L’ennesima strage nel cuore di Ankara è arrivata a meno di un mese di distanza da quella vicina al quartier generale dell’esercito.

Questa volta un’autobomba è esplosa nella centralissima zona di Kizilay, causando 37 morti tra cui almeno 2 kamikaze e 125 feriti, di cui 19 gravi. Trenta delle vittime sono morte sul luogo dell’esplosione e 7 in ospedale. I due attentatori rimasti uccisi, secondo fonti di sicurezza turche, sarebbero una donna ed un uomo.

Erano da poco passate le 18:30 della domenica, orario di punta del traffico, quando un’auto piena di esplosivo si è schiantata contro un autobus nei pressi di una fermata, dove si trovavano diversi altri veicoli, alcuni dei quali hanno preso fuoco.

La volontà degli attentatori era quella di fare una strage, con il maggior numero possibile di vittime innocenti; l’attacco suicida ha portato via la vita a coloro che si trovavano in attesa di mezzi pubblici e minibus. L’esplosione è avvenuta tra il parco Guven, molto frequentato, e il boulevard Ataturk, arteria centrale del traffico della capitale turca.

Non lontano da quel punto si trovano i ministeri della Giustizia e dell’Educazione e gli uffici del primo ministro Ahmet Davutoglu. La zona è stata evacuata poco dopo nel timore di una seconda esplosione.

L’ambasciata americana ad Ankara, appena due giorni fa, aveva inviato un messaggio di allerta ai suoi cittadini. L’equilibrio della Turchia è sempre più fragile: questo è il terzo attentato suicida con decine di morti in 5 mesi. Le modalità di quest’ultima azione ricordano da vicino quelle dell’autobomba del 17 febbraio scorso, che aveva provocato 29 morti, prendendo però di mira mezzi militari. Domenica sera, invece, a essere colpita è stata una zona piena di civili.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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