Insieme a calciatori e Presidenti che hanno fatto la storia del “Cavalluccio”, come dimenticare l’allenatore che ha portato i bianconeri per la prima volta nella loro storia in Serie A?

Autore dell’impresa è stato un lombardo dagli occhi di ghiaccio e dal forte carattere, non a caso soprannominato “il tedesco”: Luigi “Gigi” Radice, ex calciatore del Milan e della Nazionale, che a soli trent’anni (a causa di un grave infortunio al ginocchio) abbandona il calcio giocato per intraprendere la carriera di allenatore.

Dopo le prime esperienze a Monza e Treviso, Gigi torna nella Società brianzola (1969), conducendo i biancorossi alla promozione in B ed alla salvezza nella successiva stagione; i risultati raggiunti fanno convergere su Radice le attenzioni di molti, ma è il Presidente Dino Manuzzi ad ingaggiarlo per il suo Cesena, le cui ambizioni, dopo tre stagioni in B, iniziano a farsi importanti, esattamente come quelle del giovane allenatore.

La stagione 1971/72 si chiude con il sesto posto finale, risultato più che dignitoso per una formazione giovane e reduce dal sedicesimo del precedente Campionato; Radice ha con se un manipolo di ragazzi usciti dal fiorente vivaio cesenate, alla cui conduzione è arrivato quel maestro di calcio che è Giancarlo Magrini, e vengono gettate le basi della formazione che dovrà dare la scalata alla promozione.

Nell’estate 1972 arrivano a Cesena il trequartista Augusto Scala (dal Bologna) e l’attaccante Ariedo Braida (dal Varese, uno che diventato Direttore Sportivo legherà il suo nome ai trionfi del Milan ed attualmente al Barcellona) a completare un organico che nulla ha da invidiare alle concorrenti più accreditate per la corsa alla Serie A.

Il Campionato inizia in maniera positiva con la vittoria di Brescia e nel prosieguo arrivano numerose vittorie che mantengono i bianconeri sempre nelle posizioni di vertice, sino alla trentasettesima giornata quando, battendo 2-1 il Mantova, alla “Fiorita”, il Cesena conquista la matematica prima storica promozione in Serie A.

Si esulta in Romagna, ma con questo nuovo successo Gigi Radice diventa preda ancora più ambiziosa e lascia Cesena per Firenze, dove ottiene al primo impatto con la Serie A un lusinghiero sesto posto; un anno a Firenze, uno a Cagliari e poi il Torino e lo Scudetto, conquistato proprio contro quel Cesena che lo aveva lanciato e che è l’unico ad uscire imbattuto (1-1) dal Comunale torinese in quella trionfante stagione granata.

Il Direttore editoriale Maurizio Vigliani – Foto Vittorio Calbucci archivio storico

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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