Lo scorso lunedì si è scatenato l’inferno nell’universo del calcio juventino e da qualche giorno è sufficiente scrivere il nome “Agnelli” per sollevare un gran polverone.
Ma cosa è successo? In sostanza, il Tribunale Federale Nazionale della FIGC ha inibito per i prossimi 12 mesi il presidente della Juventus Andrea Agnelli per avere violato gli articoli 1bis – quello relativo alla lealtà sportiva – e 12 – quello che regola i rapporti con i tifosi – del codice di giustizia sportiva.
Tutto ha avuto origine in seguito ad una lunga inchiesta avviata per indagare i rapporti fra la dirigenza della Vecchia Signora e i gruppi della tifoseria organizzata sulla vendita dei biglietti. La sentenza del TFN sostiene che la Juventus abbai intrattenuto rapporti con i gruppi ultras, vendendo loro biglietti “oltre il limite normativo”, cioè quello di quattro a persona. Sempre stando a quanto sostenuto dalla sentenza, questo comportamento sarebbe andato avanti per cinque stagioni (tra quella 2011/2012 e 2015/2016), al fine di “ricucire i rapporti con gli ultras e ad addolcire ogni confronto con i Club, al punto da favorire concretamente ed espressamente le continue richieste di agevolazioni così da rendersi disponibili a scendere a patti pur di non urtare la suscettibilità dei tifosi, il cui livore avrebbe comportato multe e sanzioni alla Juventus”. Questo comportamento viola l’articolo 12 del codice di giustizia sportiva, che vieta alle società di “contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi, organizzati e non, di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente”.
Agnelli e la Procura hanno già dichiarato che intendono fare appello, quindi la sentenza potrebbe modificarsi nel processo di secondo grado.