L’ha fatto.
Diego Armando Maradona l’ha fatto di nuovo.

Per l’ennesima e ultima volta ci ha fatti rimanere tutti senza fiato, questa volta lasciandoci per sempre.
Ma d’altronde Diego era abituato a far rimanere il mondo intero senza fiato.
Già lo fece il 3 novembre 1985, quando segnò, in quel Napoli-Juventus di 35 anni fa, un gol su punizione dall’interno dell’area di rigore, che era semplicemente impossibile da realizzare, causa distanza troppo ravvicinata della barriera bianconera dal punto di battuta (non più di cinque metri), ma che lui, essendo “El Pibe de Oro”, segnò con leggiadria, con il suo solito mancino fatato.

Già lo fece, quando con il suo Napoli, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, vinse 2 Scudetti, la Coppa Italia, la Supercoppa Italiana e la Coppa Uefa; tutto ciò in appena 5 stagioni, facendo posizionare, di fatto, quel club che fino ad allora aveva vinto poco o nulla, ed era sempre stato snobbato dalle potenze calcistiche del Nord, nelle cartine di tutt’Italia e tutt’Europa, che per il Sud e per la città stessa di Napoli ebbe il sapore di un vero e proprio rilancio sociale.

E già lo fece nel mondiale di Messico ‘86, che poi vedrà la sua nazionale Albiceleste trionfante, quando nel quarto di finale Argentina-Inghilterra, davanti ai 115 mila spettatori dello Stadio Azteca di Città del Messico, prima si elevò al cielo segnando con “La Mano de Dios” il gol più affascinante e controverso della storia, e poi scartò, partendo da centrocampo, metà squadra avversaria, portiere incluso, per poi ribadire in rete la marcatura che passò unanimemente alla storia come “Il Gol del Secolo”.
E così Maradona ci ha lasciati, in questo tragico 2020, per arresto cardiaco, a soli 60 anni; La Mano de Dios è risalita in cielo ed è tornata da Dio, tra le lacrime di tutto un mondo sportivo e non.

Ma Diego rimarrà per sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti, e magari lo ricorderemo così, che palleggia a ritmo, sereno e leggiadro, durante il riscaldamento della partita di ritorno della semifinale di Coppa Uefa ‘88/89, all’Olympiastadion, in casa del Bayern Monaco, mentre in testa ci riecheggia “Live is Life” degli Opus.

Add10, campione eterno. Grazie Diego per tutto quello che ci hai fatto notare nel calcio mondiale.

A cura di Giacomo Giunchi – Foto Capital

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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