GIULIO RAPETTI MOGOL PRESIDENTE SIAE

“Se fossi un uomo pubblico di qualche Paese asiatico, dove come in Giappone è costume chiedere scusa per i propri sbagli, vi chiederei scusa: scusa per il disastro seguito a Mani Pulite. Non valeva la pena di buttare all’aria il mondo precedente per cascare poi in quello attuale (F.S. Borrelli)”. 

Tangentopoli è un termine usato in Italia dal 1992 per definire un sistema diffuso di corruzione politica. Inizialmente è stata Milano, considerata la capitale morale del Paese, a essere designata come capitale delle tangenti dopo che fu arrestato Mario Chiesa (17 febbraio 1992), amministratore socialista del Pio albergo Trivulzio, casa di riposo per anziani. In seguito, con l’allargarsi dello scandalo, il termine fu usato nel gergo politico e giornalistico per riferirsi ad aree geografiche, enti pubblici, frazioni di partiti il cui funzionamento apparve dominato dalla ricerca di tangenti. In tal senso, il termine divenne sinonimo di corruzione come scambio di denaro privato per accesso privilegiato alle decisioni della Pubblica Amministrazione.

Più che a uno scambio individuale tra corrotto e corruttore, esso venne via via riferito a sistemi di corruzione allargata, con scambi molteplici, complessi e sistematici, tra cartelli d’imprese private, clan di uomini politici e amministratori pubblici, intermediari e, talvolta, boss mafiosi. L’indagine giudiziaria attuata contro la corruzione del mondo politico e finanziario distribuita a livello nazionale in Italia iniziò negli anni ’90.

Il nome “Mani pulite” deriva dalla denominazione di questo fenomeno anche in altri paesi europei come l’Inghilterra e la Francia (clean hands). Tutta questa indagine portò alla fine della prima repubblica – cioè la formazione politica creata con la Costituzione nel 1948, composta principalmente dai Socialisti Italiani e dalla Democrazia Cristiana – con la conseguente scomparsa dei suoi partiti cardini. Il fenomeno Tangentopoli prese piede nel febbraio 1992, quando un giovane Antonio Di Pietro (allora pubblico ministero) chiese al GIP di Milano la cattura di Mario Chiesa, noto membro delle PSI (Partito Socialista Italiano) e da qui partì la prima inchiesta, cioè “Mani pulite”.

Curiosa la definizione che diede Bettino Craxi, allora presidente del partito socialista, di Chiesa. Lo definì un “mariuolo isolato” cioè una scheggia impazzita del sano Partito Socialista. Con queste incriminazioni, anche la Democrazia Cristiana perse tantissimi voti nelle elezioni del ’92, mentre l’opposizione ne guadagnò, come ad esempio una giovane Lega Nord al suo terzo anno dalla fondazione. Il Parlamento che nacque fu alquanto debole, per questo motivo si dovettero indire nuove elezioni due anni più tardi. Tornando alle corruzioni, proprio nell’aprile del ’92 moltissimi industriali sia della maggioranza sia dell’opposizione, furono arrestati per corruzione.

Una volta che ebbero confessato, partì una vera e propria catena che portò all’arresto di moltissimi politici di secondo piano, incriminati dai loro stessi leader di partito. Ci fu anche il suicidio, nel settembre ’92 di Sergio Moroni, cosa che fece infuriare Bettino Craxi, suo grande amico, il quale parlò di “clima infame”. Nelle elezioni di dicembre la DC perse metà voti e Craxi, dopo aver ricevuto diversi avvisi di garanzia, si dimise nel febbraio ’93 da segretario del PSI. L’indagine comunque proseguì su tutto il territorio italiano rivelando che la corruzione era veramente diffusa su tutta la penisola; basti pensare che ci furono tantissimi procedimenti contro il tesoriere della DC Severino Citaristi, e quindi anche contro la Pubblica Amministrazione con parlamentari e amministratori locali del partito di maggioranza. Molti di essi facevano parte del governo Amato, il quale aveva sollecitato tutti i parlamentari inquisiti a lasciare il loro incarico. Per questo motivo il governo ebbe un altissimo livello di dimissioni. Molti rappresentanti del PSI si costituirono e proclamarono la verità sul “conto protezione”, cioè un finanziamento illecito che aveva visto come destinatario il Partito Socialista.

Il vice Direttore Ugo Vandelli  – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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