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Tra i prodotti che si affacciano al mercato estero c’è il Prosciutto Toscano Dop che si presenta a Cibus di Parma con l’obiettivo di intercettare i top buyer stranieri in arrivo in Emilia dopo i buoni risultati del 2021 dove ha segnato un +30% rispetto all’anno precedente. In particolare il Consorzio punta a Europa e Nord America, due aree strategiche come ha sottolineato il presidente Fabio Viani.

Attualmente, le vendite sono così ripartite: 70% area Ue, con Germania e Paesi del Nord Europa come principali partner commerciali, e 30% area extra Ue. Per il 2022, l’obiettivo del Consorzio è quello di crescere in particolare nel Nord America: un mercato maturo, il primo extra Ue, dove il prodotto è presente già dal 2013.

“Il Covid ha bloccato la nostra attività di promozione e export, ma siamo finalmente ripartiti, come dimostrano i dati” –  spiega a Rainews.it il direttore del Consorzio Emore Magni. “In particolare Canada e Stati Uniti sono due mercati ”vergini” per prodotti come il nostro prosciutto toscano e dobbiamo sondare ogni possibilità di sviluppo”.

Consorzio del Prosciutto Toscano Dop
Consorzio del Prosciutto Toscano Dop

Italian Sounding e forme di contrasto

Con l’approccio al mercato estero si apre anche la questione dell'”Italian Sounding“, l’utilizzo, su etichette e confezioni, di denominazioni, riferimenti geografici, immagini o marchi che evocano l’Italia e alcuni dei suoi più famosi prodotti tipici (dal parmigiano alla mozzarella), per promuovere la commercializzazione di prodotti che in realtà di italiano non hanno nulla o ben poco.

Un fenomeno diverso dalla contraffazione, che riguarda illeciti come la violazione del marchio registrato o delle denominazioni di origine (DOP, DOC, DOCG, IGP, ecc.), del logo, del design, del copyright o del prodotto stesso e dunque sanzionabili. L'”Italian Sounding” inganna il consumatore finale. Tra gli esempi più noti: il Parmesan, che imita il Parmigiano Reggiano, o la Mozarella, spacciata per mozzarella di bufala.

Come si può contrastare l’Italia Sounding? Il direttore del Consorzio del Prosciutto Toscano Dop Emore Magni spiega che la prima garanzia sul prodotto deriva dalla registrazione del marchio: “Il nostro marchio è registrato in Usa, Canada e Giappone. Ma è necessario avere un’attenzione costante, anche se c’è un risvolto meno negativo che interessa i prodotti ancora poco conosciuti all’estero, come il nostro. Se un prodotto viene ”clonato” significa che c’è un interesse di mercato, a quel punto basta promuovere l'”originale” per fidelizzare il consumatore”.

Sull’utilizzo di blockchain tecnologiche per potenziare la tracciatura, sono allo studio nuove soluzioni: “Nella nostra denominazione c’è già una tracciatura dell’intera filiera, ma le nuove tecnologie possono aiutare a fornire al consumatore un’informazione ancora più completa”.

Ufficio Stampa Cibus – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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