Difficile immaginare la violenza con la quale è stata sconvolta la terra messicana: un fortissimo sisma di magnitudo 7.1 ha colpito ieri il Messico, mentre 3,8 milioni di persone sono rimaste al buio.

Il terrore e la paura si riflettono attraverso lo sguardo di tutti coloro che poco dopo le 13:00 di ieri, si sono riversati in strada per scappare dalle prioprie abitazioni, che si sgretolavano su se stesse, come castelli di sabbia.

Appena due settimane fa c’era stato il sisma di magnitudo 8.2 che aveva ucciso 98 persone e quest’ultima scossa – come se si trattasse di una grossa beffa del destino – si è verificata proprio in concomitanza con il 32esimo anniversario del devastante terremoto, uno dei peggiori del Novecento, che il 19 settembre del 1985 in Messico provocò 10.000 vittime.

Secondo quanto registrato dai sismografi, l’epicentro è stato nella regione Morelos, a circa 160 chilometri da Città del Messico, dove hanno perso la vita almeno 55 persone. Nella capitale, sono crollati circa 40 edifici, comprese due scuole e l’ultimo bilancio delle vittime parla di 49 persone rimaste uccise. Tra queste, almeno 20 bimbi della scuola elementare Rebsamen, a Città del Messico, ed una maestra.

Il presidente messicano, Enrique Pena Nieto, ha parlato di “emergenza nazionale” e ha attivato anche i militari per i soccorsi. Tutte le scuole sono state chiuse a Città del Messico e negli stati di Puebla e Guerrero. L’aeroporto della capitale, inizialmente chiuso, è stato riaperto solo in serata. Negli ospedali a rischio crollo sono state ordinate evacuazioni. “Dio benedica la gente di Città del Messico. Siamo con voi e saremo accanto a voi”, ha twittato ieri il presidente Donald Trump mentre l’ex presidente Barack Obama, ha offerto le sue condoglianze inviando “un forte abbraccio a tutti”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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