L’ennesimo caso di malasanità riguarda  un ospedale di Roma e stavolta colpisce una ragazzina di 14 anni.

Andiamo con ordine. Il fatto è accaduto nella capitale italiana, circa due settimane fa.

La giovane si era recata regolarmente a scuola(liceo classico Orazio), quando tutto a un tratto si è sentita improvvisamente male, cominciando prima a perdere saliva dalla bocca, poi a sputare sangue, prima di svenire.

I genitori preoccupati hanno chiamato il pronto soccorso dell’ospedale Pertini dove la preadolescente è stata portata per accertamenti.

L a diagnosi dei dottori è stata quella  di eccessivo stress,  motivo per il quale le hanno iniettato una flebo “ordinaria”,  consigliato un pò di riposo alla ragazza, che nel giro di qualche giorno si sarebbe dovuta riprendere.

Peccato che la diagnosi fosse completamente sbagliata. Solo un pò di tempo dopo, a seguito delle incessanti richieste di maggiori controlli che provenivano dalla mamma della giovane, i medici hanno fatto tutti gli accertamenti, verificando poi che si trattava di un aneurisma celebrale.

La ragazza è stata spostata all’ospedale Bambin Gesù, in quanto al Pertini non è presente un reparto di neurochirurgia.

Nella nuova struttura è stata tempestivamente sottoposta a un intervento che però non è andato a buon fine, non riuscendo ad evitare la morte della ragazza(dopo 2 giorni di coma) che sarebbe dovuta essere trasferita subito e non dopo le due ore nelle quali la madre aveva fortemente insistito.

Ecco perchè la famiglia ha iniziato una battaglia legale per denunciare la solita morte che era assolutamente evitabile.

La procura ha aperto un fascicolo di omicidio colposo contro ignoti anche se i famigliari della vittima, attraverso una nota del loro legale, l’avvocato Giuseppe Rombolà, accusano la struttura Pertini di non aver capito subito le condizioni della ragazza, e di aver agito con superficialità.

La replica dell’ospedale non si è fatta attendere: “”In riferimento alla notizia apparsa su varie testate giornalistiche relative ad una paziente quattordicenne deceduta per emorragia cerebrale si comunica, in attesa delle risultanze dell’Audit clinico richiesto dal Direttore Sanitario della ASL Roma 2, la cronologia agli interventi effettuati presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Sandro Pertini”, fa sapere l’ospedale romano. “La giovane paziente – precisa la nota –  giunge al PS del Pertini il 4 novembre 2017 alle ore 9,05 in codice giallo portata dall’ambulanza del 118 accompagnata dalla madre. Alle ore 9,10 si chiude la scheda di triage, alle 9,17 viene presa in carico dal medico che, dopo averla visitata, prescrive gli esami di laboratorio e l’elettrocardiogramma. All’esame obiettivo non presenta apparenti deficit neurologici, viene sottoposta a terapia antidolorifica. Alle 10,29 la paziente riferisce miglioramento della sintomatologia, alle 10,31 richiesta TAC encefalica e alle 11,26 risposta della TAC. Alle 11,31 contatto telefonico con il neurochirurgico di guardia del Bambino Gesù che chiede di contattare il Pronto Soccorso del Bambino Gesù per il trasferimento, dal momento che l’Ospedale Sandro Pertini non è dotato di neurochirurgia. Alle 12,08 viene data indicazione per l’intubazione. Alle 12,12 il Pronto Soccorso del Bambino Gesù dà la disponibilità di un posto letto in rianimazione e alle 12,22 viene eseguita l’intubazione. Alle 12,40 parte il centro mobile di rianimazione con anestesista a bordo per effettuare il trasferimento al Bambino Gesù. Durante il tempo di permanenza la paziente ha effettuato continuamente terapia medica ed è stata sottoposta ad osservazione medica”.

 

Queste pesanti dichiarazioni, fatte come per voler scaricare il barile altrove, non hanno però impietosito la ministra della salute Lorenzin che ha immediatamente convocato e inviato una task force composta da esperti dell’Agenas, da carabinieri del Nas e da ispettori del ministero.

Tale task force dovrà accertare le cause del decesso e le eventuali responsabilità dell’ospedale.

 

A cura di Giacomo Biondi

 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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