Così Fabrizio Corona dopo l’aggressione del bosco della droga a Rogoredo di Milano: “Stasera mi sono recato al Bosco di Rogoredo, patria nazionale dello spaccio italiano, dove anche la polizia si rifiuta di entrare. Mentre le uniche inchieste realizzate sono state fatte di giorno da giornalisti accompagnati da polizia di scorta a circondare la zona, io mi sono recato lì solo con un operatore e un fonico per raccontare il parallelismo della mia tossicodipendenza e quella che colpisce l’Italia e la povera gente che vede uno stato inerme e una polizia disinteressata. Tutto questo solo per raccontare in maniera oggettiva, come ho sempre fatto, la realtà”, scrive Corona, che poi mostra la foto di se stesso sdraiato sull’ambulanza, soccorso da un operatore.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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