Pescatore con la rete da strascico

Sono molteplici i modi di pescare a secondo del fondale del mare, ve ne elenchiamo alcuni durante il periodo dell’anno.

“a strascico” si usa per pescare soprattutto crostacei e gamberoni; i pescatori, utilizzando i motopescherecci, calano in acqua un sacco dalla forma di imbuto lungo una decina di metri e lo trascinano così da intrappolare i pesci.

la chiangi” un certo numero di barche usano le lampare per abbagliare i pesci: “cupiddhi, ope e sarpe” che rimangono intrappolati nelle lunghe reti calate dai pescatori come per formare un grande recinto che viene poi ristretto.

a tratta” si pratica per pescare ricciole e calamari con una barca a motore in movimento; si sistema un pesce finto ad un filo di nylon appesantito con pezzi di piombo. Il movimento dell’esca inganna la preda.

le nasse” sono a forma di grossa campana con una apertura inferiore da dove i pesci entrano senza poter uscire. La parte superiore,invece ha forma rotonda chiusa da un grosso pezzo di sughero che viene tolto per far uscire quanto catturato, che è di vario tipo (“pesce mbiscu”) Anticamente le nasse erano lavorate con i giunchi che crescevano sull’isola di S. Andrea.

li tramacchiati” è il modo piĂą semplice di pescare, basta calare le reti in acqua e lasciarle almeno 12 ore, ritirandole dall’estremitĂ . Se il mare è agitato la pesca va fatta lungo la costa e si catturano “perchie e lappane”; se le reti vengono calate al largo, triglie rosse e aragoste.

“a fiacca” bisogna essere in due, un pescatore governa la barca, l’altro pensa a pescare adoperando la fiocina; si pratica di notte muovendosi lungo la scogliera adoperando una lampara e uno specchio per guardare attraverso l’acqua; i pesci abbagliati vengono “nfoscianati”

“la togna” si può praticare al largo ma anche da uno scoglio adoperando la lenza fatta con un filo di nylon I pescatori come esca usano i gamberetti
“pesca ai polipi” si pratica all’alba e in fondali bassi; all’estremitĂ  di un filo resistente vengono attaccati piombo ed esca come “spicaluri e trauli”.

A cura di Claudio Piselli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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