Confermata dai giudici di Cassazione l’assoluzione per i tre ex investigatori del Ros: Mori, Subranni e De Donno. I giudici hanno annullato la sentenza di Appello, senza rinvio, con la formula “per non avere commesso il fatto” nel procedimento sulla presunta trattativa Stato-mafia. Assoluzione definitiva anche per l’ex parlamentare Dell’Utri.

I giudici della sesta sezione della Cassazione hanno anche dichiarato la prescrizione per il boss di Cosa Nostra, Leoluca Bagarella, condannato dai giudici di Appello di Palermo a 27 anni e per il medico Antonino Cinà, ritenuto vicino a Totò Riina, a cui in secondo grado furono inflitti 12 anni di reclusione nell’ambito del procedimento sulla presunta trattativa stato-mafia. I giudici hanno infatti riqualificato i reati di violenza e minaccia ad un corpo politico dello Stato nella forma del tentativo. Con la riqualificazione la fattispecie è andata in prescrizione.

L’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, è stato definitivamente assolto dalla Corte di Cassazione nell’ambito del processo sulla presunta trattativa “Stato-mafia”. Dell’Utri era stato assolto per gli stessi fatti anche dalla Corte d’Appello di Palermo. La sesta sezione penale intorno alle 17:30 nell’aula Giallombardo ha letto il dispositivo della sentenza.

Diventano dunque definitive le assoluzioni del generale Mario Mori, del generale Antonio Subranni e dell’ufficiale dell’Arma Giuseppe De Donno.

Gli imputati sono stati assolti in maniera definitiva con la formula “per non aver commesso in fatto”, annullando così anche la sentenza di appello che aveva dichiarato non colpevoli gli accusati, ma perché il fatto commesso “non costituiva reato”. In questo modo è caduto sia l’impianto accusatorio che la valutazione fatta dalla Corte d’Assise d’Appello di Palermo degli avvenimenti addebitati agli ex ufficiali dei carabinieri Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno nel periodo delle stragi mafiose, fra il 1992 e il 1994.

In primo grado, nel 2018, la corte d’assise di Palermo aveva condannato tutti gli imputati, con 28 anni di carcere al boss Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, 12 al mafioso Antonino Cinà, il “postino” di Cosa nostra per le istituzioni. Pena prescritta invece per il pentito Giovanni Brusca. Inoltre: 12 anni per gli ex comandanti del Ros dei carabinieri Mario Mori e Antonio Subranni, e 8 per l’ex colonnello Giuseppe De Donno, oltre ai 12 anni per l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, presunto mediatore dell’ultima fase della trattativa durante il primo governo Berlusconi (1994).

Nel 2021, la corte d’assise d’Appello aveva confermato le condanne ai mafiosi ma aveva assolto sia i carabinieri che Dell’Utri.

A cura di Televideo – Foto ImagoEconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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