Cocaina nei bagni dello stadio Bentegodi già pronta in strisce preparate dai pusher sugli schermi dei loro cellulari, in modo da velocizzare al massimo la vendita, circoscrivendo così il consumo direttamente nel luogo dello scambio. In questo modo gli spacciatori vendevano centinaia di dosi dall’apertura dei cancelli fino alla fine delle partite casalinghe dell’Hellas Verona.

Al termine dell’indagine, condotta dai poliziotti della Squadra Mobile scaligera, il giudice per le indagini preliminari ha emesso i provvedimenti cautelari nei confronti di dodici appartenenti al gruppo criminale. Si tratta di una custodia cautelare in carcere, quattro arresti domiciliari e sette obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, predisposti nei confronti di persone accusate di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Eseguite anche perquisizioni personali e locali che hanno portato al sequestro di cocaina, hashish, marijuana, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento. L’attività investigativa, portata a termine in collaborazione con il Servizio centrale operativo, ha preso il via subito dopo l’arresto in flagranza di reato di uno spacciatore, trovato in possesso di 50 grammi di cocaina, il quale, insieme alla sua compagna, vendeva la droga a numerosi ultras dell’Hellas Verona, all’interno della curva sud del Bentegodi e in un bar nei pressi dello stadio, luogo di ritrovo dei tifosi sia prima sia dopo le partite, e nel quale la donna lavorava come barista.

I poliziotti hanno documentato l’attività di spaccio della coppia facendo luce sull’intensa attività illegale svolta dagli spacciatori che, in occasione delle partite, trasformavano i bagni dell’impianto sportivo in un “bazar della cocaina” all’interno del quale avveniva lo spaccio. Per eludere i controlli ai varchi d’ingresso della curva, la droga era introdotta dagli indagati ben nascosta nell’abbigliamento intimo e nelle scarpe. L’operazione, oltre a fermare l’attività illegale, ha eliminato uno dei fattori di rischio capaci di generare aggressività e violenza negli assuntori di allucinogeni che, in stato di alterazione, potevanodiventare un serio pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno dello stadio. L’indagine ha coinvolto anche l’attività di spaccio che avveniva all’interno del bar vicino allo stadio, nel quale si poteva trovare la droga, non soltanto nei giorni in cui si svolgevano le partite.

Anche per questo, il questore di Verona, ne ha disposto la sospensione della licenza. All’esecuzione delle misure cautelari ha preso parte il personale delle Questure di Verona, Venezia, Padova e Vicenza; utilizzando anche Unità cinofile e pattuglie del Reparto prevenzione crimine.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto ImagoEconomica 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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