Papa Francesco, celebra messa a Nur-Sultan, Kazakistan
3 marzo 2024
 
Colore liturgico: viola
 
In questa terza domenica quaresimale entriamo nel terzo luogo di questo simbolico viaggio evangelico: siamo stati con Gesù nel deserto, vivendo le tentazioni del demonio, ci siamo arrampicati sul monte Tabor per assistere alla Sua “trasfigurazione” e oggi invece entriamo con Lui nel tempio di Gerusalemme. I sui gesti contro i venditori e i cambisti, l’uso di una corda quale frustino, ci fanno capire una “verità” fondamentale della nostra fede, entrare nel tempio indica entrare il Lui, nella sua persona, nel Suo modo filiale di essere in relazione con il Padre!
Nella prima lettura, tratta dal “libro dell’Esodo” ci vengono riproposti i dieci comandamenti della fede, quelli scolpiti da Mosè, a seguito della liberazione degli Ebrei dal potere egiziano.
Nel Vangelo di Giovanni si ricorda l’ingresso di Gesù nel Tempio e la sua reazione. “Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato”. I Giudei allora gli chiesero un segno tangibile a questa sua dichiarazione e Gesù rispose: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere!”. Gli dissero allora i Giudei: “Questo tempio è stato costruiti in 46 anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?” Ma Gesù parlava del “tempio” del suo corpo: aveva così preannunciato la sua flagellazione, morte e resurrezione!
Quando fu resuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
In questa terza domenica di quaresima si ricorda inoltre l’umiltà di Gesù come descritto nella lettera di San Paolo ai Filippesi: “Spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce!”
 
Buona domenica a tutti.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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