In Italia si registra un suicidio ogni 10 ore. Più di due ogni giorno che passa. Questa è il drammatico reportage elaborato dall’Osservatorio Suicidi della Fondazione Brf – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze, alla vigilia della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio.

“I dati istituzionali attualmente disponibili – spiega il presidente della Fondazione, lo psichiatra Armando Piccinni – non sono ancora correntemente allineati, tanto che l’ultimo Annuario Statistico dell’Istat pubblicato nel 2022 contiene dei dati relativi al 2019. La Fondazione Brf, proprio per via della mancanza assoluta di dati aggiornati, ha istituito già durante la prima ondata della pandemia un Osservatorio Suicidi, monitorando gli atti suicidari in base a un’attenta analisi delle notizie di cronaca, regionali e nazionali”.

Dal lavoro dei ricercatori emerge che da gennaio 2023 ad agosto 2023 si contano 608 suicidi e 541 casi di tentati suicidi, in aumento vertiginoso rispetto ai dati raccolti nello stesso periodo dell’anno scorso quando i suicidi, sempre ovviamente considerando solo le notizie di cronaca uscite sui quotidiani, erano stati 351 suicidi e i tentati suicidi 391.

Parliamo, peraltro, di un dato al ribasso e purtroppo non scientifico, considerando ovviamente che non tutti i tragici eventi sono coperti dai media, specie per quanto riguarda i tentati suicidi. Ma in ogni caso drammaticamente indicativo”. Dal report emergono anche ulteriori spunti di riflessione: si evidenzia, ad esempio, un picco di gesti suicidari nel mese di marzo (87 episodi) e giugno (79). Inoltre, il maggior numero di tragici eventi si è registrato nel Nord Italia (240 episodi), seguito dal Sud (230) e dal Centro (138).

Stesso trend per i tentati suicidi dove spicca ancora il Nord (206), seguito dal Sud (177) e dal Centro (158). “Al di la’ delle piccole differenze – spiega ancora Piccinni – è evidente dai numeri come il fenomeno sia drammaticamente diffuso e tocchi tutto il Paese Italia”. “Servono – conclude Piccinni – adeguate politiche di prevenzione del suicidio che coinvolgano tutti gli attori in gioco, dagli psicologi agli psichiatri, dagli insegnanti alle famiglie, specie considerando che il suicidio ha un’incidenza particolarmente grave tra i giovani che non trovano uno sbocco per il loro futuro”.

Il dato che emerge da questa ricerca è sicuramente allarmante, e per evitare drammi giovanili, occorre intervenire su quelle famiglie a basso reddito che non possono permettersi di iscrivere i propri figli nemmeno ad uno sport che sarebbe uno sfogo forte per uscire dalla depressione. E solo uno dei tanti esempi sui quali il governo dovrebbe intervenire con celerità di passo.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

 

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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