Il 14 aprile 2014 gli estremisti di Boko Haram rapirono in Nigeria 276 studentesse di una scuola superiore statale a chibok. A due anni di distanza dal tragico evento, sembrerebbe che alcune ragazze siano ancora vive: la Cnn ha infatti mostrato un video, che si suppone risalga allo scorso dicembre, di una madre che si avvicina a un computer e riconosce sua figlia, dicendo, in lacrime, “Mia Saratu”, pronunciandone il nome.

Si ipotizza che i terroristi islamici di Boko Haram abbiano rapito migliaia di persone negli ultimi anni, e i sequestri di massa hanno portato il gruppo all’attenzione del mondo. La campagna sui social network #bringbackourgirls (ridateci le nostre ragazze) è arrivata fino alla Casa Bianca, utilizzata dalla first lady Michelle Obama.

Il governo nigeriano, insieme all’esercito, aveva tentato di liberare le studentesse, ma aveva fallito. Così, era arrivata la condanna unanime del consesso internazionale e il presidente Goodluck Jonathan aveva perso le elezioni.

All’inizio, Jonathan aveva negato che ci fosse stato un rapimento di massa, ma la pressione internazionale presto lo aveva costretto ad accettare aiuto da altri paesi nelle ricerche delle ragazze. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia fra gli altri hanno inviato consulenti, tra i quali negoziatori per la liberazione degli ostaggi.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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