Anche se il problema “salario minimo” è slittato, come deciso dalla maggioranza, a settembre, il PD e la sua segretaria Elly Schlein non perdono l’occasione per festeggiare e far credere ai pochi superstiti del partito che hanno ottenuto, come “opposizione”, una grande vittoria.

La dichiarazione: “Eravamo partiti da un no granitico della destra e l’emendamento soppressivo. Ieri hanno ritirato l’emendamento e domani parte il confronto in aula. Abbiamo messo il lavoro al centro e abbiamo capovolto l’agenda della destra.”

Ovviamente a questa rivisitazione ha contribuito soprattutto l’alta percentuale di elettori di centrodestra favorevoli al salario minimo e il Premier Giorgia Meloni non solo è attenta a certi segnali ma li soppesa a dovere, traendone le dovute conclusioni.

Non dimentichiamo che il 16 marzo, nell’incontro Meloni Schlein, era stato detto che il Governo non era convinto da tale progetto – il salario minimo – quale soluzione al lavoro “povero” e che avrebbe potuto causare qualche squilibrio tra i lavoratori.

Non a caso la Schlein sostiene la sua posizione e afferma: “Li abbiamo costretti a parlarne” e chiede un ulteriore incontro chiarificatore.

Da parte sua Meloni ha contattato, per tenere aperto il dialogo con l’opposizione, Carlo Calenda che ha replicato a nome del Partito: “Ci vedremo la settimana prossima.”

Ma veri e propri appuntamenti ancora non sono confermati tra le parti.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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