Rotterdam ripiomba nella paura. Due sparatorie, la prima in un’abitazione privata e la seconda in un grande ospedale universitario, per mano di uno studente di 32 anni che ha ucciso tre persone, una donna, la figlia 14enne ed un insegnante. Ancora sconosciuto il movente che avrebbe spinto l’uomo, arrestato poi dalla polizia, prima a sparare e poi ad appiccare il fuoco in entrambi i luoghi seminando terrore e morte.
“Ho sentito degli spari e delle urla, era il panico ovunque”
“Siamo scappati verso l’uscita lasciando tutti gli effetti personali“, ha raccontato all’ANSA Beniamino Vincenzoni, 24 anni, un medico italiano residente in Olanda, che lavora proprio nell’ospedale universitario Erasmo da Rotterdam, teatro di una delle due sparatorie. “L’uomo arrestato è entrato in una delle aule del nosocomio e ha aperto il fuoco contro un medico-docente che aveva anche chiamato per nome prima di sparargli“, ha raccontato Vincenzoni che non esclude il movente personale.
“Rotterdam è un città multiculturale con sparatorie quasi quotidiane e si potrebbe anche pensare che sia stato un attacco mirato“, ha aggiunto il medico italiano, sottolineando che la vicenda ha scosso da vicino tutte le persone che si trovavano nella struttura: “molti piangevano per l’emozione“, ha ricordato.
A cura di Elisabetta Turci – Foto ImagoEconomica