Giovedì 5 ottobre 2023 – Nosocomio Umberto I. L’immunologo Francesco Le Foche, giovedì scorso è stato vittima di un pestaggio da parte di un paziente.

Nonostante la “violenza” subita, dichiara di stare bene, almeno “dal collo in giù“.

I Suoi colleghi affermano invece che potrebbe rischiare la perdita della vista da parte dell’occhio sinistro e che non escludono un eventuale intervento nei prossimi giorni.

Francesco Le Foche, 65 anni, responsabile di un reparto di immunoinfettivologia al Policlinico Umberto I, fu punto di riferimento nella lotta al Covid, si trova ricoverato da giovedì sera proprio nello stesso ospedale romano in terapia intensiva dopo essere stato aggredito da un suo paziente di 36 anni con precedenti penali, nel suo studio di via Po, nel quartiere Salario e a pochi passi da Villa Borghese. L’aggressore è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio.

Le dichiarazioni del Prof. Le Foche

“Aveva il cane malato e pretendeva che lo curassi come avevo fatto con lui. Era evidente che quel ragazzo avesse dei disagi mentali anche solo per avanzare una simile richiesta. Io gli rispondevo che doveva rivolgersi a un veterinario. Lui insisteva: Eh no dottore lei può. È un paziente psichiatrico che probabilmente farà uso anche di stupefacenti”.

“Quel ragazzo mi aveva detto di essere un pugile e un buttafuori. Ha un fisico prestante, è altissimo: un energumeno che si è scagliato contro di me che peso appena 63 chili. Poteva ammazzarmi. So che la mattina aveva litigato anche al laboratorio qui accanto e poi al bar. Era paranoico”.

“Quando il cane è morto se l’è presa con me!”

Il Fatto: Tutto è stato “realizzato” in tempi brevissimi, introno alle 18, quando il “paziente” ha chiesto un nuovo consulto al medico, ma l’incontro si è trasformato in una aggressione. Il “malato”, un soggetto particolare, forse un borderline, ha picchiato il “primario” colpendolo più volte al volto e alla testa. Un vero e proprio raptus durato alcuni secondi all’interno dell’ufficio del noto immunologo. I rumori e le grida hanno attirato l’attenzione della segretaria e degli altri pazienti in attesa che hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine chiamando il 112. Dopo poco sono arrivate numerose volanti della Polizia e l’aggressore è stato immediatamente fermato. La vittima è stata “trasportata” al Nosocomio in codice rosso, dove i Medici gli hanno riscontrato un trauma facciale, con diverse fratture al setto nasale e all’orbita oculare sinistra.

Dopo il fermo il paziente è comparso davanti al Giudice che ha disposto per lui il trasferimento immediato nel carcere di Regina Coeli per tentato omicidio.

Orazio Schillaci, Ministro della Salute, ha espresso la sua solidarietà all’immunologo, affermando: “L’episodio di violenza lascia sconcertati e basiti. In quest’anno abbiamo previsto misure importanti dirette a presidiare la sicurezza degli operatori sanitari che lavorano nelle strutture del SSN. Ma è evidente che dobbiamo lavorare per promuovere un cambiamento culturale che permetta di riscoprire l’alleanza tra medico e paziente”. 
Il presidente della Regione Lazio, Francesco La Rocca , ha sottolineato: “Quanto avvenuto non può essere tollerato. Medici, infermieri, Oss, hanno diritto a lavorare in sicurezza”. 
L’Ordine dei Medici chiede maggiore protezione mentre l’Assessore Regionale, Luisa Regimenti, dichiara: “Siamo di fronte all’ennesimo, barbaro episodio di violenza nei confronti di medici e operatori sanitari”.
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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