Le forze dell’ordine si avvicinano sempre di più alla verità sul rogo del camper in cui hanno perso al vita tre sorelline di origini rom, nel cuore di Roma.

La polizia avrebbe infatti identificato un sospettato, e lo starebbero cercando proprio in queste ore; l’ipotesi più accreditata infatti, è che il terribile gesto compiuto la notte scorsa fosse collegato ad un regolamento di conti fra rom. Gli investigatori, coordinati dalla Procura che ipotizza i reati di omicidio plurimo volontario e incendio doloso, stanno passando al vaglio gli insediamenti della Capitale e anche gli ambienti vicini alla comunità nomade.

Le tre sorelline che hanno tragicamente perso la vita, Elisabeth di 20 anni, Francesca e Angelica di 8 e 4, abitavano con la famiglia, gli Halilovic, nei campi di via Salviati e poi in quelli della Barbuta, ma erano stati costretti ad andarsene. I vigili urbani sospettano che nei campi ci fosse un giro di racket ed estorsioni da parte di alcuni rom nei confronti di altre famiglie nomadi costrette a pagare un pizzo per poter continuare ad abitare nei container assegnati dal Comune in base alla situazione economica degli occupanti. I familiari sopravvissuti al rogo hanno inoltre raccontato di aver ricevuto molte minacce nelle ultime settimane.

Il caravan dato alle fiamme era parcheggiato a Centocelle: tutto il quartiere si è unito al cordoglio della famiglia e tanti cittadini hanno portato mazzi di fiori e lo striscione “sono morti del quartiere. Siamo tutti coinvolti”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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