ROBERTO SALIS PADRE DI ILARIA
Roberto Salis, il padre dell’attivista, antifascista, fondatrice del Centro Sociale Boccaccio, Ilaria Salis, detenuta da oltre un anno nelle carceri di Budapest per aver partecipato in modo “attivo” ad una rissa contro giovani di destra, uscendo dal Tribunale, dove oggi sono stati negati gli arresti domiciliari alla figlia, ha dichiarato:
“Il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza. I nostri ministri non ci hanno fatto bella figura, abbiamo fatto quello che ci aveva chiesto Nordio, che ci ha accusato di aver perso un anno a non chiedere i domiciliari in Ungheria che non erano stati chiesti per ragioni di sicurezza. E infatti stamattina il nostro avvocato italiano è stato aggredito qui da militanti neonazisti che volevano mettergli le mani addosso. Ora ci vuole il sostegno degli italiani, ci vuole la solidarietà che c’è stata dopo la prima udienza e che mi auguro aumenti ancora”. 
 
Certo è invece che ci vuole un “bel coraggio”, per non usare la giusta espressione, ad esprimersi in tal senso, dopo i vari interventi fatti e ben noti oltre al motivo che ha spinto la Segretaria del PD, Elly Schlein, anche se all’opposizione, è parte integrante del Governo Italiano, per evitarle il carcere e crearle una “sorte di immunità” l’ha proposta quale “candidata” per il suo partito alle elezioni europee (fatto comunque scandaloso)!
Se sua figlia fosse andata in Ungheria per una “vacanza” e senza il manganello retrattile ecc. ecc., la storia la conosciamo fin troppo bene, nulla di tutto questo sarebbe accaduto e non vedo perché ci dobbiamo poi preoccupare così tanto per il suo rimpatrio, i domiciliari in Italia e così via o per favorire una sinistra, attiva solo quando le fa comodo e le porta vantaggi, dobbiamo tutti avvallare tali situazioni volutamente create da attivisti, antifascisti & Co per appagare la loro personale visibilità anche in Paesi esteri, dove vigono leggi diverse dalle nostre.
Vedremo gli sviluppi!
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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