Evitare che le comunità siano “stazioni di servizio” che “vivono di molte iniziative ma di poche relazioni” e “di poca compagnia, nel senso pieno e cristiano di questo termine”.

E’ il monito lanciato da Papa Francesco nel corso dell’Angelus domenicale in Piazza San Pietro. “I bisogni del prossimo richiedono certo risposte efficaci, ma prima ancora domandano condivisione”, rammenta ancora Bergoglio. L’immagine usata dal Santo Padre per rafforzare il suo pensiero è quella dell’affamato che “ha bisogno non solo di un piatto di minestra, ma anche di un sorriso, di essere ascoltato e anche di una preghiera, magari fatta insieme”.
Non serve quindi solamente essere attenti alle “urgenze” dei fratelli più poveri quanto “alla loro necessità di vicinanza fraterna, di senso della vita e di tenerezza”. Il riferimento è al ‘comandamento dell’amore’. L’amore per Dio e quello per il prossimo che, come insegnato da Gesù sono “inseparabili, anzi, di più, si sostengono l’un l’altro”. Si tratta, spiega il Pontefice, di “due facce di un’unica medaglia: vissuti insieme sono la vera forza del credente!
Amare Dio è vivere di Lui e per Lui, per quello che Lui è e per quello che Lui fa”. Per questo motivo pretendere di amare il prossimo senza amare Dio o pretendere di amare Dio senza amare il prossimo sarebbe semplicemente “illusorio”. A caratterizzare il discepolo di Cristo sono infatti “le due dimensioni dell’amore, per Dio e per il prossimo, nella loro unità”.
Per questo motivo, conclude Bergoglio, “amare Dio vuol dire investire ogni giorno le proprie energie per essere suoi collaboratori nel servire senza riserve il nostro prossimo, nel cercare di perdonare senza limiti e nel coltivare relazioni di comunione e di fraternità”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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