La Cgil, nella persona del suo Segretario Generale, Maurizio Landini, a seguito della solita “inconclusiva” manifestazione a Cagliari (Sardegna) ha urlato: “Ci ha convocato il Governo e tocca al Governo dirci cosa vuol fare perché a oggi non ha voluto fare nessuna discussione. Questa legge di bilancio,come le riforme, sono state fatte senza alcun confronto. Con politiche di questo genere il paese va a sbattere. Fino a oggi non ci hanno ascoltato. È venuto invece il momento di ascoltare chi paga tasse e tiene in piedi questo paese. Ci vuole una seria riforma fiscale con cui finanziarie investimenti per creare lavoro. Bisogna trovare le risorse dove sono: combattere l’evasione fiscale e tassare le rendite finanziarie e quelle mobiliari.”

Negativo l’incontro svoltosi stamane a Palazzo Chigi!

Così, la Cgil ha deciso di continuare le “storiche manifestazioni”, è dal 1964 che le fanno per garantirsi la ritenuta sugli stipendi di CHI lavora sul serio confermando la protesta prevista per il 1°dicembre p.v. prossimo nel Mezzogiorno, dichiarando, in comunione con la Uil: “Sono confermate tutte le ragioni per lo sciopero. Venerdì primo dicembre si conclude il giro degli scioperi con le manifestazioni nelle regioni del Mezzogiorno, la Campania, la Puglia, la Basilicata e la Calabria.” 

Durante il confronto politico emerge però che la Premier Giorgia Meloni aveva assicurato valutazioni concrete su ulteriori meccanismi di tutela per le pensioni relative alla sanità e ad altre categorie del pubblico impiego.

L’esecutivo sembra abbia chiarito di non penalizzare o infierire sul calcolo per chi va in pensione di vecchiaia, mentre per chi opta di andare in pensione di anzianità il calcolo più restrittivo verrebbe comunque applicato con gradualità. Per chi invece matura i requisiti entro il 31 dicembre 2023 si applicherebbero le vecchie regole. Tali norme verrebbero proposte presentate con un emendamento al “ddl” di legge di bilancio. Ovviamente ai Sindacati non è bastato e Landini ha subito reagito, urlando, cosa che sa fare molto bene (almeno quello): “Sono confermate le ragioni di quello sciopero perché al di là dell’ascolto e del confronto, il governo a ora non ha cambiato nulla della manovra di bilancio e rispetto all’articolo 33, dove noi abbiamo chiesto il ritiro, il governo si è limitato a dire che stanno ragionando e valutando delle modifiche ma non il fatto che interverranno in quella direzione.”

Riepilogando: il 1° dicembre la mobilitazione sindacale si sposterà a sud. Sono previste otto ore o l’intero turno di sciopero, che riguarderanno tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori della Campania, Calabria, Puglia e Basilicata. A Napoli, in Piazza Matteotti, le conclusioni saranno affidate al segretario generale della Cgil Maurizio Landini. A Bari, in Piazza Libertà, interverrà il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. E’ inoltre da non dimenticare l’ulteriore mobilitazione nazionale del 15 dicembre.

In merito a quanto sopra il Vice Premier, Senatore Matteo Salvini, si è già dettopronto a valutare la precettazione per evitare disagi ai cittadini, ha asserito: Se qualcuno pensa una settimana si e una no di lasciare a piedi 20 milioni di italiani, lavoratori, studenti, medici, malati per rivendicazioni spesso politiche e non sindacali, farò quello che la legge mi permette di fare.

A cura di Pier Luigi Cignoli. – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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