A seguito del tentato assalto all’Unione Industriale di Torino 11 “manifestanti sinistroidi” erano stati fermati dalla Forze dell’Ordine e accusati dal GIP per aver ferito sette agenti in servizio e pertanto contestati, in sede processuale, i reati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

>Per la cronaca ricordiamo il fatto: I protagonisti del “reato” in questione sono 11 ragazzi, sembra appartenenti o sostenitori del Centro Sociale Askatasuna, sito in Borgo Vanchiglia a Torino e occupato da componenti dell’area dell’Autonomia Contropotere dal 1996,  per fatti che risalgono al 18 febbraio dello scorso anno. In tale data, a Torino, scesero in piazza numerosi “militanti” per manifestare contro la morte degli studenti Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, avvenuta nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Si diressero verso la sede di Confindustria, lanciando uova, fumogeni e petardi contro l’edificio. Alcuni tentarono di sfondare il cancello d’ingresso, per un’azione che secondo la Procura avrebbe avuto come risultato un’irruzione all’interno dello stabile, se non fossero stati bloccati dalle Forze dell’Ordine. Nel tentato assalto, sette tra Carabinieri e Agenti di polizia furono vittime della loro violenza (calci, pugni e bastonate) riportando contusioni e traumi con prognosi di circa 15 giorni. A seguito della disamina documentale prodotta dalle prime indagini, furono eseguite undici misure cautelari per resistenza e lesioni aggravate nei confronti di altrettanti militanti dei collettivi studenteschi e del Centro Askatasuna. Il Riesame aveva poi convalidato il carcere per uno studente e i domiciliari per una studentessa e per altri due giovani, misure poi scontate con il braccialetto elettronico e successivamente convertite in obbligo di firma<

Oggi il Tribunale di Torino, così come riportato da “TorinoToday” gli imputati si sono difesi, ben consigliati dai loro Legali, asserendo,  di aver agito perpetrando una “violazione simbolica” finalizzata a“mostrare pubblicamente che era possibile aprire le porte” di un’Istituzione pubblica considerata “nemico politico” e dichiarando: ” Non avevamo mai preso in considerazione lo scenario di entrare dentro. Se l’intenzione fosse stata quella di incendiare l’immobile la dinamica sarebbe stata ben diversa”. Tali parole sono state benevolmente accolte dal Giudice che ha modificato sia le accuse che le pene, infliggendo otto condanne da cinque a nove mesi e accordato la “sospensione delle pena” con una menzione, riconoscendo come prevalenti le circostanze attenuanti generiche, mentre gli altri tre manifestanti sono stati assolti per non aver commesso il fatto.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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