Morirono di fame e sete due dei tre componenti di una famiglia di Macerata trovati senza vita, dopo mesi, senza segni di violenza, nella loro villetta in zona San Croce il 6 settembre scorso. Una storia di isolamento che aveva gelato la città marchigiana otto mesi fa, e che assume contorni ancora più sconvolgenti dopo i risultati degli accertamenti autoptici eseguiti dal medico legale Roberto Scendoni e dal tossicologo Rino Froldi a seguito dell’autopsia effettuata l’8 settembre e depositati nei giorni scorsi.

Non è stata trovata alcuna traccia di avvelenamento da monossido di carbonio o di altre sostanze tossiche nei corpi dell’80enne Eros Canullo, della moglie Angela Maria Moretti, 76 anni, disabile dopo un ictus, e del figlio Alessandro, 54 anni, invalido dopo un incidente stradale: il primo, secondo gli esami, fu stroncato da malore mentre la moglie e il figlio morirono di inedia.

“Vivevano in uno stato di abbandono psicofisico e andavano aiutati”: così l’avvocato Maurizio Gabrielli, dopo aver letto la perizia autoptica. Il legale assiste Nazzareno Russo, figlio di Silvana e sorella di Eros, morta a inizio dello scorso anno.

Tutti e tre i familiari sono morti per cause naturali“, ribadisce l’avvocato Gabrielli, che nei prossimi giorni potrebbe chiedere il dissequestro della villetta dove vivevano i Canullo. A dare l’allarme era stata, il 6 settembre scorso, la sorella di Angela Maria, che vive a Milano: nessuno le rispondeva al telefono e ha chiamato i soccorsi.

Una volta in casa, i vigili del fuoco hanno trovato i tre corpi senza vita: Eros in bagno, la moglie Angela Maria sul suo letto e il figlio Alessandro ai piedi del letto della madre. Nel corso delle indagini, condotte dal capo della squadra mobile di Macerata, Matteo Luconi, e coordinate dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli, è emersa anche la storia dei Canullo: una famiglia benestante diventata poi fragile e isolata per via dell’incidente del quale è stato vittima Alessandro, all’epoca poco più che ventenne: prima il coma e poi una complicata riabilitazione, che gli aveva consentito di riprendere a camminare ma sempre con l’aiuto del padre.

A cura di Elena Mambelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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