Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica islamica dell’Iran ha pensato bene, in occasione della fine del 2023, di inoltrare un messaggio alle “donne islamiche”, affermando: ”La questione femminile rappresenta una delle forze dell’islam e le nostre donne sono le più fortunate del mondo. Perché se fossero per disgrazia nate invece in Occidente, sarebbero state trasformate soltanto in uno strumento per guadagnare profitto o piacere. In Iran chi nasce femmina può godere appieno «della forte logica e delle basi razionali che l’islam possiede in tutte le aree che riguardano le donne”.

Ha inoltre aggiunto, per concludere il suo dire, alle delegazioni femminili presenti nella Capitale iraniana, in occasione della celebrazione dell’anniversario della nascita della figlia di Maometto: “Non esistono restrizioni per le donne riguardo al lavoro o all’attivismo in politica, o in campo sociale e culturale. E perfino riguardo a questioni internazionali come l’attuale guerra a Gaza. A condizione però che queste attività non ostacolino i loro principali ed esclusivi doveri, ovvero prendersi cura della casa e della famiglia oltre che di crescere i bambini.”

Non dobbiamo dimenticare che queste “libertà” le donne le possono svolgere solo nel rispetto totale delle linee imposte dal “regime” trasformandosi pertanto in attiviste dello stesso. Diversamente ogni atto compiuto trasforma le donne in vere nemiche di Allah e pertanto perseguitate fino alla morte!

Ricordiamo, per la cronaca, che da anni, (il rilievo maggiore lo abbiamo visto alle fine del 2022 quando la giovane Mahsa Amini fu assassinata dalla “polizia morale” in quanto non indossava il velo obbligatorio a norma di legge), le “giovani donne iraniane” sfidano costantemente anche a rischio della morte, il regime iraniano, che le tiene schiave del sistema.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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