A seguito dell’invio di una seconda Portaerei e altri caccia in prossimità dello Stato di Israele, il segretario di Stato Antony Blinken ieri ha dichiarato apertamente: «Non è una provocazione, è un deterrente: nessuno faccia nulla che espanda questo conflitto che aumenti l’aggressione a Israele da alcuna direzione.

La replica dell’IRAN è stata immediata e trasmessa tramite “gli alleai USA” e l’inviato Onu per il Medio Oriente, Tor Wennesland, affermando: “Non vogliamo l’escalation ma dovremo intervenire se l’operazione di Israele a Gaza continua.”

I reciproci avvertimenti si susseguono ora dopo ora!

Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian, dopo l’incontro con il leader politico di Hamas in Qatar e il leader di Hezbollah in Libano, ha sottolineato: “Se l’entità sionista decide di entrare a Gaza, i leader della resistenza trasformeranno le forze di occupazione in un camposanto e gli Stati Uniti subiranno danni significativi.”.

Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, Jake Sullivan, ha replicato: “La minaccia è reale. C’è il rischio di escalation di questo conflitto, dell’apertura di un secondo fronte nel nord e ovviamente del coinvolgimento dell’Iran. Dobbiamo prepararci a ogni evenienza.”Questa dichiarazione fa presumere ad un eventuale ingresso degli USA nel conflitto.

La vera preoccupazione è data dalla “dichiarazione” fatta dalla Repubblica Popolare Cinese che ha apertamente affermato di essere pronta a sostenere l’Iran!

Antony Blinken si era nel frattempo prodigato in una “telefonata” al Segretario di Stato cinese, Wang Yi, invitandolo ad “usare” l’influenza di Pechino per la de-escalation.

Ma Wang Yi, aveva già sentito il suo “omologo saudita” al quale aveva detto: “Le azioni di Israele sono già andate al di là dell’autodifesa e che dovrebbe ascoltare gli appelli della comunità internazionale e del segretario generale dell’Onu e fermare la punizione collettiva del popolo di Gaza.”» e il suo “omologo iraniano” al quale aveva manifestato il suo pensiero: “La causa principale della situazione israelo-palestinese è che il diritto del popolo palestinese di avere uno Stato è stato messo da parte per molto tempo,”.

Il Segretario di Stato Blinken ritorna oggi in Israele dopo essersi confrontato con ben sei Paesi Arabi che, a suo dire sono preoccupati e determinati ad evitare l’espandersi del conflitto e che condannano le azioni di Hamas.  

Gli USA, sempre a detta di Blinken, sono ora fortemente impegnati sul rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas e alla creazione di corridoi umanitari per Gaza, auspicando che portino ad una vera de-escalation.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui