Sembra non ci siano più limiti nell’evoluzione della volenza e degli stupri!

I casi di Palermo, Napoli, Roma e Milano hanno toccato l’intero paese e sconvolto l’opinione pubblica sia per i metodi usati che per la giovane età delle vittime.

Ma, a detta della Direzione della Polizia Criminale, tali reati nel 2022 hanno raggiunto i 5.991 casi, tenendo anche in debito conto che molte “vittime” non presentano denuncia di quanto subito per paura o per vergogna.

Giulia Bongiorno, Avvocato e Senatrice della Lega, in una recente intervista, in merito agli stupri, sottolinea: “Non si deve pensare che il fenomeno riguardi solo i casi seguiti dai media, il problema è drammaticamente più ampio. La violenza sulle donne c’è sempre stata ed è trasversale. investe tutte le classi sociali e tutte le fasce d’età. Per combatterla bisogna comprenderla, e innanzitutto distinguerla dalla violenza comune. Ci sono uomini per il quale il consenso è una questione del tutto irrilevante, se non inesistente ma la violenza sulle donne riguarda anche i più giovani, che a volte sembrano presumere una sorta di ‘diritto all’amplesso’”.

La Bongiorno non limita il suo dire alla violenza come tale ma condanna apertamente i social network, internet e la pornografia, affermando: “Rappresenta un problema enorme: dà un’idea del sesso distorta, pericolosissima per i più giovani. Genera ansia, insicurezza e un’idea del corpo femminile come carne sulla quale sfogare gli istinti più bestiali, magari facendo passare il concetto che la violenza può persino essere accolta benevolmente. Tra queste, vorrei ricordare il Daspo per i minori di 14 anni. Dovremmo pensare anche ad abbassare la soglia di imputabilità, fissata sempre a 14 anni.”

Sempre secondo la Senatrice Bongiorno non servono nuove leggi in quanto se poi non applicate diventano anch’esse inefficaci. Aggiunge: “Rafforzeremo il Codice Rosso, perché è inaccettabile che la donna che denuncia non riceva aiuto tempestivamente. Spesso la vittima di violenza è chiamata a provare che il suo dissenso al rapporto sessuale era esplicito: deve cioè dimostrare di essere stata costretta. È come se ci fosse una sorta di presunzione di consenso al rapporto sessuale. Una vera svolta sarebbe presumere, invece, il dissenso e questo riguarda una sostanziale modifica nei rapporti con il Tribunale.”

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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