Morire per una partita di calcio sembra assurdo. Purtroppo così non è. La drammatica sequenza inizia da Giuseppe Plaitano (1963) e termina con Ciro Esposito (2014).

Il triste conteggio delle vittime è racchiuso tra questi due nomi, nell’arco di 50 anni. Una lista tragica che speriamo non debba mai più essere aggiornata. La morte si presenta negli stadi per la prima volta il 28 aprile 1963, durante Salernitana-Potenza al Vestuti, match delicatissimo, che vale la promozione in serie B.
Non viene fischiato un rigore ai campani, invasione di campo e incidenti fra le due tifoserie. Un agente spara un colpo in aria che raggiunge e uccide Giuseppe Plaitano, 48 anni, supporter della Salernitana, seduto in tribuna. Il caso sarà archiviato.

16 anni dopo, il 28 ottobre 1979, si tinge di sangue il derby Roma-Lazio. Prima dell’inizio un razzo lanciato da un 18enne, dalla curva sud giallorossa, colpisce in pieno viso il 33ennne Vincenzo Paparelli, che si trovava in curva nord. L’uomo riporta lesioni gravissime e viene trasportato d’urgenza in ospedale, ma non c’è nulla da fare. Il giovane che ha sparato si dà alla latitanza e si costituisce 24 mesi dopo. La Cassazione confermerà la condanna a 6 anni e 10 mesi per omicidio preterintenzionale. Nel 1987 morirà per un male incurabile.

L’8 febbraio 1984, a Trieste, perde la vita Stefano Furlan, 20 anni, tifoso degli alabardati. Alla fine della sfida di Coppa Italia fra Triestina e Udinese scoppiano gravi disordini e le forze dell’ordine sono costrette ad intervenire. Il giovane muore dopo venti giorni di agonia in seguito alle lesioni cerebrali riportate. Da allora la curva dei tifosi della Triestina è intitolata a lui. Nel 1985 la Corte d’Assise di Trieste condanna ad un anno di reclusione, con i benefici di legge, un agente, ritenuto responsabile dei colpi a Furlan.

Marco Fonghessi ha appena 21 anni quando viene pugnalato a morte da un tifoso 18enne del Milan al termine della partita con la Cremonese a San Siro, il 30 settembre 1984. Anche lui è tifoso rossonero, ma la sua auto è targata Cremona, la sua città, e viene circondato da un gruppo di facinorosi, che squarciano le gomme. Fonghessi reagisce e viene colpito. Muore poco dopo all’ospedale.

Qui parliamo di vittime negli stadi italiani, ma non possiamo ignorare i 39 tifosi della Juventus morti il 29 maggio 1985 nella tragedia dell’Heysel, a Bruxelles, prima della finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool. Una strage causata dagli hooligan inglesi, che prendono d’assalto l’ormai tristemente famoso “Settore Z” di uno stadio fatiscente. La partita si gioca ugualmente e la Juventus vince 1 a 0. Trentanove stelle d’argento sono state poste come monito e a perenne memoria nello Juventus Stadium di Torino.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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