epa06085827 President of the Confederation of African Football (CAF), Ahmad Ahmed speaks during press conference with President of the Tunisian Football Federation Wadie Jary (not picture) at the headquarters of the Tunisian football federation in Tunis, Tunisia 13 July 2017. EPA/MOHAMED MESSARA
Il Ministro dell’Interno di Tunisi, Kamel Feki, lancia un messaggio forte verso la UE in merito ai flussi migratori affermando:  “La Tunisia non può in alcun caso fungere da guardia di frontiera per altri Paesi. Tale questione richiede sacrifici e concessioni da parte degli Stati più ricchi del modo”. 

Una dichiarazione che richiede una profonda riflessione soprattutto da parte dell’Europa che tra riunioni, summit e meeting non trova mai una ragionevole soluzione a tale dramma.

Il Ministro non ha risparmiato le sue osservazioni sia sul mancato versamento da quanto promesso dalla UE, quale contribuito per l’attività da svolgere sul controllo delle partenze dei migranti, sia alle ONG che sembrano fare solo gli interessi di certi Stati Europei e ha inoltre ribadito: “la Tunisia è impegnata a difendere i suoi confini con l’applicazione delle proprie leggi. Abbiamo costantemente espresso il nostro sgomento per l’escalation dei flussi migratori irregolari. Lo Stato non può assorbire un numero di arrivi che superi le sue capacità sociali e finanziarie, ne può continuare a fungere da Paese ospitante. Qualsiasi politica anti-immigrazione efficace richiede un ampio consenso globale e soluzioni radicali per garantire condizioni di vita dignitose a coloro che arrivano dai Paesi dell’Africa sub-sahariana.”

Un messaggio forte e chiaro all’ordine promosso in un momento in cui l’Unione europea si è di nuovo divisa sulla questione accoglienza.

I finanziamenti alle Ong da parte della Germania e la chiusura delle frontiere imposte dalla Francia, infatti, hanno “stoppato” squalsiasi tentativo di ragionare in merito ad una nuova strategia comune di gestione e smistamento delle migliaia di persone che arrivano a Lampedusa, così come il piano in dieci punti proposto da Ursula Von der Leyen durante la sua visita nell’isola sembra impossibile da realizzare mentre i migranti, sempre più numerosi si radunano nelle città tunisine per realizzare il loro sogno: il viaggio verso l’Europa anche su barchini di ferro, perché per loro è vitale andarsene. A Sfax e al El Maro sono oltre 5.000 pronti a lasciare l’Africa.

Per la cronaca ricordiamo che tra il 27 e il 29 settembre le Forze di sicurezza tunisine hanno bloccato 62 tentativi di immigrazione illegale, intercettato e sbarcato 681migranti stipati sui natanti, arrestato 48 tra organizzatori e intermediari di tali “viaggi”, sequestrato oltre 44 mila dinari tunisini, pari a 1.250 euro, 14 automobili, 3 camion, 20 giubbotti di salvataggio, 60 telefoni cellulari e provveduto alla distruzione di due imbarcazioni metalliche.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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