Il Presidente Sergio Mattarella Con Sami Modiano,In Occasione Delle Celebrazione Del “Giorno Della Memoria

Roma 26 Gennaio 2024, Signor Presidente, autorità, studenti, signore e signori presenti o che ci seguono a distanza, mi sono posto spesso una domanda che mi porto dietro da quando ho visitato l’inferno di Auschwitz e ancor prima, da quando da ragazzo andai in visita al campo di Dachau. Come spiegare la tragedia suprema, la tragedia non riscattabile? L’unica risposta che sono riuscito a darmi è che questa prima ancora che una tragedia dell’Umanità è stata una tragedia di uomini. Di madri, di padri, di figli, di donne, di bambini, di milioni di persone ognuna delle quali custodiva un universo, milioni di milioni di possibilità mai esplorate, di progetti mai avverati, di incontri mai avvenuti, di sogni mai rincorsi. La Shoah è stata la negazione della persona. Persona: concetto cardine della civiltà occidentale che venne calpestato proprio nel cuore dell’Occidente. Persona valore costituzionale sommo per la nostra Carta.  Queste le parole del ministro Giuseppe Valditara durante il ricordo della Soah al Quirinale – e prosegue: Sta qui, forse, il segreto della terrificante eccezionalità dell’Olocausto, nella cancellazione della stessa nozione di persona, che ha portato alla cancellazione fisica di milioni di persone.

Al Memoriale di Auschwitz-Birkenau, tra i mille segni dell’orrore, c’è una gigantesca teca che contiene soltanto scarpe di bambini. Le guide indicano il loro numero in circa 80mila. Sono riuscito a fissarne alcune, immaginando la vita di chi le aveva indossate. Un volto, un sorriso, una storia, un progetto di donna e di uomo, un bambino. Un bambino la cui perdita è una perdita incommensurabile.

Ho provato a moltiplicare quella perdita per tutte le scarpe accatastate, ma il calcolo è impossibile, quel che avvenne ad Auschwitz e negli altri campi non è calcolabile, è una vertigine, la vertigine dell’assurdo puro che si fa realtà quotidiana, addirittura meccanismo spersonalizzante. Ma in questa tragedia non vi è niente di impersonale, la tragedia sta in tutte quelle persone cui abbiamo rinunciato, in nome dell’ideologia totalitaria, statolatrica, razziale.

Dobbiamo ricordarcelo anche noi italiani, perché non possiamo dimenticare che migliaia di ebrei furono internati e sterminati a causa del colpevole collaborazionismo del regime fascista, che favorì la loro deportazione. Non dobbiamo dimenticare l’infamia delle Leggi Razziali, ed è con questo spirito che abbiamo voluto inaugurare al Ministero dell’Istruzione e del Merito una targa in memoria degli studenti, dei docenti, di tutti i dipendenti scolastici espulsi dalla scuola italiana in quanto ebrei.

La persona, e questo è l’altro versante della Memoria, il miracolo della speranza pure nella tragedia più insondabile, può rappresentare anche lo scoglio residuo di senso a cui aggrapparsi di fronte alla marea dell’insensato, l’unico, estremo argine all’orrore dominante. Ce lo mostra definitivamente la storia dei Giusti tra le Nazioni, su cui molto opportunamente si sofferma la riflessione di questo Giorno. La storia di quegli uomini e quelle donne che non girarono lo sguardo, che misero in gioco tutto, compresa la loro vita, per salvare le vite che stavano per essere sommerse dalla barbarie.

Ogni donna, uomo, bambino, ogni famiglia ebrea strappata ai treni della morte grazie al coraggio di questi eroi silenziosi fu uno scacco contro l’odio, uno strappo nella trama bestiale della violenza e del genocidio. Per imprimere questo strappo, erano necessarie persone che non avessero abdicato a se stesse, che non avessero rinunciato ad incontrare l’Altro, erano necessari altrettanti Io che riconoscessero un Tu, per usare l’immagine del grande filosofo e teologo ebreo Martin Buber.

Il Presidente Sergio Mattarella Con Sami Modiano,In Occasione Delle Celebrazione Del “Giorno Della Memoria

Questi, erano i Giusti: altrettanti Io che non si erano dissolti in collettività aberranti, nel Partito Unico, nel Reich ma che continuavano ad avere di fronte un Tu. Quella donna, quell’uomo, quel bambino. Quella persona. Come disse il Giusto Giorgio Perlasca a un intervistatore: “Ma lei, avendo la possibilità di fare qualcosa, cosa avrebbe fatto, vedendo uomini, donne e bambini massacrati senza un motivo se non l’odio e la violenza?”. È questa, la domanda che non dobbiamo cessare di farci, che dobbiamo ripeterci quando oggi qualcuno minimizza l’Olocausto, o perfino lo nega, o addirittura si prefigge l’obiettivo di realizzarne un altro.

Lo abbiamo visto, non sono più solo le cicatrici della storia, sono le ferite spalancate della cronaca odierna, è l’antisemitismo che ritorna, è la persecuzione e l’annientamento dell’ebreo in quanto ebreo che si ripresenta sotto nuova veste. E allora mai come oggi la chiamata alla coscienza individuale del Giusto deve farsi memoria comune, perché il nostro Io sia sempre in grado di scorgere nell’Altro un Tu prezioso, intangibile, irripetibile.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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