Sono oggi a proporvi un articolo scritto da una cara collega, Francesca Brugnettini, entrata nella redazione del giornale, che ha avuto la possibilità di presenziare a questo evento ormai storico per la città di Pesaro e che ha raggiunto la sua 44ma edizione, auspicando che possa incuriosire gli amanti della musica classica e di Rossini. Pier Luigi Cignoli

Pesaro, 22 agosto 2023Il Rossini Opera Festival dalle ribalte all’antichissima Repubblica di San Marino.

Ho avuto l’opportunità di presenziare al Rossini Opera Festival giunto alla sua 44 esima edizione con successi a volte anche discussi. Come capita, tuttavia ad ogni grande manifestazione. Ho visto due opere che, dagli applausi di un pubblico, di certo esperto, perché quasi tutto straniero. Un pubblico che raggiunge ogni anno Pesaro da ogni parte del mondo: perché amante della musica rossiniana. Nel grande teatro inserito nel palazzo dello sport “Vitrifrigo Arena” sono state allestite tre opere: “Adelaide di Borgogna”, “Eduardo e Cristina” ed” Aureliano in Palmira”. I giornali ne hanno parlato bene ed anch’ io ho potuto applaudire le prime due.

“Adelaide di Borgogna” il testo racconta che “Nel 950 Lotario, Re d’Italia, muore in giovane età lasciando vedova Adelaide, figlia di Rodolfo di Borgogna. Berengario, nelle cui mani già da tempo era di fatto il governo del regno, riesce a farsi eleggere quale successore. Su di lui, però, grava il sospetto d’avere provocato quella morte improvvisa; cerca perciò di legittimare il proprio potere di neutralizzare le rivendicazioni di Adelaide, e dei suoi sostenitori, imponendo a questa di unirsi in matrimonio col proprio figlio Adelberto, associato al trono. Adelaide rifiuta e, perseguitata, è costretta a fuggire raminga e a nascondersi in luoghi inospitali. Trova infine asilo presso Iroldo nella fortezza di Canossa e, quando questa viene assediata da Berengario, chiama in soccorso l’imperatore Ottone, promettendogli la propria mano ed i diritti da lei acquisiti sulla corona del regno italiano.”

La regia è di Arnaud Bernard che ricorre all’artificio del “teatro nel teatro”, dove finzione e realtà si confondono. belle le scene di Alessandro Camera, sul lato destro del palco il maestro al pianoforte Michele d’Elia che accompagna gli attori recitanti ma partecipa, anche, all’azione scandendo il passaggio da una scena all’altra con gesto che ne mima la calata del sipario.  Dunque il “teatro nel teatro” terrà banco fino al finale del secondo atto quando le luci di Fiammetta Baldisseri si accendono su tutti i personaggi che sanno indossare, a meraviglia, i costumi d’epoca firmati da Maria Carla Ricotti ed in maniera composta partecipano al rito nuziale fra i due protagonisti, Adelaide e Ottone. Tutto ciò sembra un segnale discutibile: le regie mettono “in mutande” chi nell’opera originale ha la corazza!

La protagonista Adelaide, trova nel soprano russo Olga Peretyatko il fascino giusto e un virtuosismo sicuro negli acuti. Varduhi Abrahamyan è bravo nel ruolo erotico ed anche in quello amoroso di Ottone. René Barbera (Adalberto) ha un bel timbro di voce calda. Riccardo Fassi (Berengario) dalla voce tonante, Paola Leoci in Eurice con voce deliziosa e musicalissima, bene anche i due giovani tenori Valery Makarov nel ruolo di Iroldo e Antonio Mandrillo nel ruolo di Ernesto. Bravo Francesco Lanzillotta, direttore che ha saputo ben dirigere gli strumentisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

“Eduardo e Cristina” fu commissionata dal Teatro di San Benedetto di Venezia nel 1819 fu replicata per circa un ventennio poi cadde nel dimenticatoio. Viene messa in scena per la prima volta al Rossini Opera Festival. La regia è di Stefano Poda che inserisce ballerini all’interno della scena che si muovono di continuo per quasi tutta la durata dell’opera e che risultano essere di disturbo al bel canto, a molti non sono piaciuti…  Re Carlo è interpretato dalla potente voce di Enea Scala. Cristina invece dalla figlia d’arte Anastasia Bartoli (la mamma è Cecilia Gasdia) eccellente soprano. Eduardo è interpretato dalla bravissima Daniela Barcellona. Direttore Jader Bignamini dirige con energia e sicurezza l’Orchestra della Rai.

Il Rossini Opera Festival ha un collegamento colto con la Repubblica di San Marino, perché i Capitani Reggenti nel 1847 vollero onorare Rossini ed onorarsi concedendogli la cittadinanza onoraria e vent’anni più tardi, nel 1867, gli diedero lo nominarono “Grande Ufficiale del suo Ordine”. La biblioteca di Stato conserva un suo autografo. Qui giunta, avrei concluso se non fossi proprio a ricordare che il personaggio di Berengario II (nell’opera Adelaide di Borgogna) riuscì a guardare San Marino niente meno che dalle Rocca di San Leo. Infatti, vi ebbe sede come primo Re d’Italia dal 950 al 961. Ed a San Marino si recò nel 951 per redigere un documento, addirittura, nella Pieve del Santo Marino.

A cura di Francesca Brugnettini – Foto ImagoEconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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