Carlo Pedersoli era nato a Napoli il 31 ottobre 1929 cominciò la sua carriera con il nuoto.
Arrivò al cinema negli anni 60 con gli spaghetti western.

Con ‘Lo chiamavano Trinità’ partì il sodalizio con Terence Hill che portò ad altri successi come ‘Altrimenti ci arrabbiamo’ o ‘Superpiedi quasi piatti’.
Quando si separano, Bud diventa Piedone, il commissario Rizzo affiancato dall’imbranato Enzo Cannavale.
Time lo incoronò come uno degli attori italiani più famosi nel mondo.
Con il cinema la gavetta è lunga e Bud Spencer conquista il ruolo di protagonista nel western ‘Dio perdona io no’ soltanto nel 1967 grazie a Giuseppe Colizzi.
Prima rifiutato per le richieste economiche ma poi arruolato perché risulta il solo adatto alla parte di gigantesco e minaccioso partner del protagonista, Pedersoli incontra qui di nuovo Mario Girotti.

I due decideranno, alla fine del film, di cambiare i propri nomi sui manifesti per attrarre il pubblico e Pedersoli sceglierà il suo in omaggio alla birra Bud e all’adorato Spencer Tracy. Il successo del film è più che lusinghiero, ma sarà l’episodio successivo, ‘Lo chiamavano Trinita” (E.B. Clucher, 1970) a consacrare il successo personale del duo. Un vero e proprio colpo di fulmine con il pubblico che si ripeterà, infallibile, per altre 16 volte in tutto.

Il cliché del personaggio è sempre lo stesso e Spencer lo riutilizzerà anche da solo: un gigante dal cuor d’oro che mena sganassoni, sorride sempre come un bambino, ristabilisce i torti e si gode la vita. Cow boy o investigatore (la serie di Steno ‘Piedone lo sbirro’), avventuriero o buon padre di famiglia, Bud Spencer mette perfino a punto un tipo di pugno a martello che lo renderà inconfondibile.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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