Un aiuto considerevole per trattare l’Alzheimer potrebbe arrivare dalla cannabis: secondo gli ultimi studi condotti dai ricercatori del Salk Institute in California e pubblicati sulla rivista Aging and Mechanisms of the Disease, i componenti della cannabis andrebbero a combattere la proteina tossica beta amiloide, che causa questa forma di demenza.

“L’infiammazione al cervello è uno dei principali danni associati alla malattia – ha spiegato il ricercatore Antonio Currais – ma finora si era sempre pensato che questa reazione fosse dovuta alle cellule simili a quelle immunitarie presenti nel cervello, non alle cellule nervose stesse”.

Nel corso dello studio, si è appreso come gli alti livelli di beta amiloide siano associati all’infiammazione delle cellule e ad un alto tasso di morte dei neuroni. Attraverso l’utilizzo del thc sulle cellule, si è ridotto il livello di proteina tossica ed è stata eliminata la risposta infiammatoria delle cellule nervose innescata dalla proteina, permettendo in questo modo ai neuroni di sopravvivere. “Una volta che abbiamo identificato la base molecolare della reazione infiammatoria della proteina beta amiloide – ha detto ancora lo studioso – è diventato chiaro che composti simili al thc, prodotti dalle stesse cellule nervose, possono essere implicati nel proteggere le cellule dalla morte”.

“Anche se già altri studi avevano dimostrato che i cannabinoidi possono avere un effetto neuroprotettivo contro i sintomi dell’Alzheimer – ha detto David Schubert coordinatore dello studio – il nostro è il primo a dimostrare che hanno effetto sia sull’infiammazione che sull’accumulo di beta amiloide nei neuroni”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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