Il Presidente Sergio Mattarella Con Il Capitano Della Fiorentina, Cristiano Biraghi, E Il Capitano Dell’Inter, Samir Handanovic, In Occasione Dell'incontro Con Le Squadre Finaliste Della Coppa Italia Di Calcio Freccia Rossa Fiorentina - Inter

Il grande e indimenticabile Tonino Carino da Ascoli, quando alla fine degli anni ‘80 appariva a novantesimo minuto con l’erre piena e lo sguardo vagamente smarrito, nel pronunciare il nome dell’attaccante Borislav Cvetkovic, inciampava inevitabilmente tra le consonanti, articolando improbabili suoni, chiudendo poi la frase, con grande sollievo, quando arrivava alla “ic” finale. Quella non la sbagliava mai. “Ic” è il terminale tipico dei nomi dell’ex Jugoslavia, oggi rintracciabile soprattutto tra la Croazia e la Serbia.

La storia della serie A è piena di questi campioni. Oggi Vlahovic, Samardzic e Radonjic; ieri Ibrahimovic e Ilicic e ancora prima Mihajlovic, Boksic e Savicevic. Nel ricordare che gli jugoslavi erano chiamati i “brasiliani d’Europa”, non ci si deve stupire se molti di loro hanno lasciato tracce indelebili di bravura duratura nel tempo. Di Stankovic prima e poi Brozovic, Perisic e Handanovic, i tifosi dell’Inter custodiscono ricordi preziosi legati al “triplete”, così come Pjanic ha brillato tra Juventus e Roma, insieme a Mandzukic e nel solco di un’altra grande mezzala bianconera Jugovic.

I fratelli Milinnkovic Savic (ex Lazio, oggi Torino) vantano il record della doppia “ic”. Negli anni ‘80 e ‘90 i più rappresentativi furono quel genio barbuto e irregolare di Blaz Sliskovic del Pescara e il piccolo principe Dragan Stojkovic, detto Pixie, del Verona. Andando più avanti troviamo Milan Rapaic (Perugia e Ancona) che riuscì a dilapidare il suo talento al nightclub, e Stevan Jovetic (Fiorentina e Inter) che era molto promettente, ma durò poco. Il primo “ic” ad arrivare nel nostro Paese fu Aleksandar Arandelovic nel 1947. Era un ingegnere profugo di guerra. Dopo un breve passaggio al Milan, giocò con Padova, Novara e Roma, che nel 1950 salvò dalla serie B con un gol decisivo su rigore.

La figurina vintage più ricercata dai collezionisti dell’album Panini datato 1970 fu quella del portiere Zelico Petrovic, lo zingaro slavo nato a Pola. Le sue tappe più indicative furono Novara, Catania, Taranto e Rimini. Fu un personaggio molto discusso: amato da tantissimi tifosi e detestato da tanti altri. Aveva l’aria misteriosa, lo sguardo truce e un baffo da competizione. Si racconta che vivesse in una roulotte e che nessuno lo vide mai sorridere. Verità o fantasia? Resta il fatto che i giocatori “ic” hanno avuto una parte importante – per le proprie qualità – nella crescita del calcio di casa nostra e per questo motivo non potranno mai essere dimenticati.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Repertorio

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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