La merce arrivava anche attraverso i “pacchi colloquio”. Dentro erano nascosti droga, cellulari e carte sim. A scoprire il traffico illecito nel carcere di Rebibbia a Roma, i Carabinieri della Compagnia Roma Eur e il nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria. Nei confronti di 7 persone,5 in carcere e 2 ai domiciliari il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare perché gravemente indiziate, a vario titolo di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, introduzione di dispositivi idonei alla comunicazione e di corruzione per atti contrari ai propri doveri condotte poste in essere anche fino all’anno in corso. La richiesta di droga e di schede telefoniche arrivava da alcuni detenuti i quali si occupavano della vendita nel reparto G8 del carcere romano.

Il traffico partiva fuori dal carcere, complici familiari dei detenuti che usavano anche i “pacchi colloquio”. Dentro ben nascosti dosi di stupefacente e delle Sim card. Durante le indagini è emerso il coinvolgimento di un Agente Penitenziario, già sospeso in via cautelativa in sede amministrativa. Per lui l’accusa sarebbe concorso nel reato di detenzione a fini di sostanza stupefacente e corruzione per compiere atti compiere atti contrari ai doveri d’ufficio, avendo fatto da tramite tra i detenuti e l’esterno, per facilitare l’introduzione illecita nel carcere di quanto richiesto e che è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

A cura di Stefano Severini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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