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La stampa britannica l’ha ribattezzata “Granny the Ripper”, ovvero “Nonnina la squartatrice”, con un chiaro riferimento al più famoso Jack; anche per questa vicenda i particolari macabri si sprecano.

Tamara Samsonova, 68 anni di San Pietroburgo, ha confessato di aver ucciso, smembrato e, la polizia russa teme, in parte mangiato almeno 12 persone. Vittime di cui l’anziana signora teneva un diario in cui puntualmente descriveva cosa ne aveva fatto. “Ho ucciso il mio inquilino Volodya, tagliato a pezzi nel bagno con un coltello e quindi messo i pezzi del suo copro in una busta di plastica per poi disfarmene”, si legge in uno dei passi meno crudi della sua agenda.

La polizia l’ha arrestata dopo il ritrovamento di diverse resti di corpi smembrati, incluso un busto privo di testa, in una tenda da doccia in un parco del quartiere Kupchino di San Pietroburgo. Le telecamere a circuito chiuso hanno permesso agli inquirenti di risalire alla casa della donna.

Gli inquirenti ritengono possibile che la nonnina abbia mangiato parti dei corpi fatti a pezzi. L’anziana, ex dipendente di un hotel, drogava le sue vittime per renderle innocue prima di ucciderle. La maggior parte erano inquilini che ospitava a pagamento nelle stanze libere della sua casa. La polizia sospetta che abbia ucciso anche il marito scomparso nel 2005.

“Sono colpevole e merito di essere punita”, ha dichiarato la donna al giudice; ora gli psichiatri stanno cercando di capire se l’anziana sia capace di intendere e di volere.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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