Sono passati quattordici anni dalla morte di Filippo Raciti. Ispettore capo della Polizia di Stato – medaglia d’oro al valor civile – caduto in servizio nella sua città natale durante gli scontri del dopo derby di serie A Catania – Palermo del 2 febbraio 2007. La medaglia fu consegnata alla moglie l’11 maggio 2007, in occasione del 155º anniversario della Polizia di Stato. Come ogni anno Raciti sarà ricordato dalla Questura e dal Reparto Mobile di Catania che coglieranno l’occasione per non dimenticare e per rammentare l’attività di polizia a difesa e tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Per le agenzie alle quali è demandata la sicurezza, ma anche per la società civile, questa data è impressa nella memoria di quanti hanno vissuto quella giornata, ma anche di quanti hanno contribuito e contribuiscono ancora oggi alla costruzione e all’affermazione della legalità in tutte le sue manifestazioni pubbliche.

Va ricordato che quella giornata ha disegnato la svolta per l’introduzione delle nuove normative in materia di violenza negli stadi, con l’elaborazione di misure specifiche e sanzioni nei confronti di quanti si dovessero rendere responsabili di azioni violente all’interno e all’esterno degli impianti sportivi. Per la morte di Raciti furono condannati, con sentenza definitiva, due ultras catanesi: Daniele Micale e Antonino Speziale, quest’ultimo minorenne all’epoca dei fatti.

A seguito del drammatico evento, l’allora ministro dell’Interno, Giuliano Amato, diede la definitiva accelerata all’introduzione della tessera del tifoso, primo strumento che, di fatto, ha rivoluzionato il mondo del tifo e il calcio italiano più in generale. Filippo, un uomo e collega coraggioso, caduto nell’esercizio di un dovere interpretato come una missione.

È questo il ricordo che di Raciti ha fatto, tramite il proprio sito, il Catania Calcio, rendendo omaggio anche alla sua famiglia. Un esempio che vive nel tempo. L’amore per la legalità che ha sempre affermato e difeso, spendendosi con generosità e valore, è un patrimonio che ha il dovere di custodire, perché nella legalità è la vera speranza. Questo sport, che piace tanto, non genera solo violenza, ma è spesso vittima della stessa.

Il calcio chiede di essere protetto dalla delinquenza e dagli eccessi. A quasi tre lustri dall’incubo di quel maledetto 2 febbraio 2007 tutta la Redazione, si stringe alla famiglia Raciti con profondo rispetto. Anche il presidente della Figc, all’epoca, si unì al cordoglio nazionale dichiarando: “Desidero rivolgere un pensiero affettuoso ai familiari dell’ispettore di polizia Filippo Raciti (17 gennaio 1967 – 02 febbraio 2007) potendo immaginare solo in parte il dolore che continua a provare dopo tanti anni dalla sua tragica scomparsa. Il mondo del calcio non può e non deve dimenticare un servitore dello Stato, ucciso nell’esercizio di una professione che richiede tanti sacrifici e che permette ogni giorno a tutti noi di sentirci più sicuri”.

Quest’anniversario deve essere l’occasione per la classe politica di riflettere sulle legittime richieste operative delle forze di polizia e per le società sportive di rendere sempre più moderni gli stadi, in modo tale da farli diventare, finalmente, più sicuri e vivibili.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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