Si è poi lanciata in una “sequela” di “pensieri sinistroidi” per fare la sua personale chiarezza sul Governo Meloni in merito la legge sul bilancio, gli atti di terrorismo a Gaza, il MES, l’esecutivo e il minimo salariale.
In merito alla legge sul bilancio, ha sottolineato: “Dopo aver raccolto gli ultimi frutti lasciati sul campo dal governo precedente, l’economia sta frenando. Noi vogliamo invece che il nostro Paese torni a crescere con un nuovo modello di sviluppo di fronte a sfide, come quella tecnologica che spaventano ma che noi dobbiamo trasformare in un’opportunità come stanno facendo tanti altri Paesi. Invece vediamo una manovra senza visione, minimalista, incapace di ridare slancio all’economia e non basteranno i fondi del Pnrr se non ci sono accanto politiche pubbliche che investono con coraggio sulla formazione, sullo sviluppo. Una manovra fragile con previsioni di crescita sovrastimate secondo tutti gli esperti.”.
A seguire il suo “dire” su Gaza: “Siamo tutti preoccupati dalle immagini drammatiche che arrivano da Gaza. il Pd ha condannato immediatamente gli attacchi terroristici di Hamas e chiesto la liberazione degli ostaggi senza condizioni, chiesto di evitare l’allargamento del conflitto e il rispetto del diritto internazionale da parte di tutti, l’attivazione di corridoi umanitari. Quella è una popolazione in cui la metà sono minori. Va evitata una strage come quella che stiamo vedendo e penso che sia stato un errore da parte dell’Italia non votare la risoluzione dell’Onu. Chiamatela tregua, cessate il fuoco, pausa ma fermiamo questa strage.”
Non poteva mancare una “battuta” sul Mes e sottolinea: “Trovo incredibile che questo governo non abbia ancora ratificato il Mes, ne va della credibilità del nostro Paese. Il Governo abbandoni la demagogia da quattro soldi e pensi seriamente alle ricadute sulla credibilità dell’Italia mentre si siede al tavolo di riforme importanti come la riforma del patto di stabilità.”
Poi, come prevedibile, una “valutazione” sull’esecutivo Meloni: “Fa un pò specie vedere una ministra così preoccupata per la stabilità dei governi, evidentemente non sono così uniti al loro interno. Siamo andati ad incontrare il Governo ma siamo andati chiarendo la nostra proposta: noi non siamo disponibili all’elezione diretta del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio perché crediamo che se c’è stata in questi anni un’istituzione che salvaguardato al credibilità e la stabilità è stata proprio il presidente della Repubblica le cui prerogative non accetteremo vengano intaccate. Il PD è disponibile a rafforzare i poteri del Premier ma non all’elezione diretta.”
Conclude la sua “dissertazione”, con il consenso delle opposizioni, dichiarando: “Sul salario minimo, a breve, Giorgia Meloni dovrà finalmente rispondere ai 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori poveri su cosa intendono fare il Governo e la maggioranza. Noi andiamo avanti. Stiamo dialogando con le opposizioni anche sul tema della sanità pubblica, siamo preoccupati dalle prospettive di tagli previste in questa manovra.”
Un “augurio” a lei e a Carlo Calenda, sognare, in fondo, non è un male politico!
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica