Quella di Luciano Spalletti è la scelta del 22esimo tecnico della Nazionale azzurra, ma la storia ne aumenta le candidature, se consideriamo il periodo bellico delle commissioni tecniche, sono ben 53.

Il primo, ad essere stato nominato in una commissione, è Umberto Meazza. Mentre Vittorio Pozzo è risultato il più longevo e il più vincente, vinse i Mondiali nel 1934 e nel 1938. Per lui tre nomine: 3 gare tra giugno e luglio del 1912, 5 tra marzo e giugno del 1924, 87 dal primo dicembre 1929 al 5 agosto 1948. Pozzo è anche il primo commissario tecnico unico della storia della Nazionale azzurra: agli albori di anni difficili, infatti, l’Italia era presieduta da una commissione composta da tecnici di club, preparatori atletici e dirigenti di spicco, ma pure da ex calciatori e giornalisti non solo sportivi che in alcune occasioni si recavano nel capanno da pesca del Conte Rognoni a Cesenatico. Facendo il tuffo nel passato dal 1910 al 1977 se ne alternarono ben 28 e all’interno c’erano figure di spicco come Umberto e Giuseppe Meazza, Resegotti e Schiavio, Paolo Mazza ed Helenio Herrera.

Altri personaggi di spicco che ricoprirono quel ruolo da soli sono stati Augusto Rangone dal 1925 al 1928 e Carlo Carcano tra il 1928 e il 1929, Giuseppe Viani nel 1960. Poi Giovanni Ferrari tra il 1960 e il 1961, Edmondo Fabbri tra il 1962 e il 1966. Tra il 1967 e il 1974 toccò a Ferruccio Valcareggi, mentre tra il 1974 e il 1975 a Fulvio Bernardini.

Dal 1977 vennero eliminate le commissioni: si alternano sulla panchina azzurra solo commissari tecnici. Dal 1977 al 1986 arriva a guidare la nazionale azzurra Enzo Bearzot che partendo sfavorito incanta tutti e vince il Mondiale del 1982 in Spagna.

Dal 1986 al 1991 tocca al romagnolo Azeglio Vicini che era stato alla guida delle giovanili azzurre per 11 anni. A Italia ’90 arrivò terzo. Poi arriva l’inventore di un nuovo calcio quell’Arrigo Sacchi che ha allenato l’Italia tra il 1991 e il 1996. Da ricordare il Mondiale del 1994, quando negli Usa gli azzurri perdono in finale ai rigori contro il Brasile. Poi Cesare Maldini, dal 1997 al 1998: viene promosso alla guida della nazionale maggiore dopo essere stato per tre volte consecutive campione d’Europa alla guida dell’U-21. Ma non ha la stessa fortuna.

Tra il 1998 e il 2000 c’è stato il portiere dei record Dino Zoff. Le dimissioni dopo la sconfitta nella finale dell’Europeo del 2000, persa dopo il golden goal di Trezeguet.

Tra il 2000 e il 2004 viene chiamato Giovanni Trapattoni. Rimasta impressa la clamorosa eliminazione dai Mondiali del 2002 a opera della Corea del Sud e l’altra eliminazione dagli Europei del 2004 dopo il “biscotto” tra Svezia e Danimarca.

Marcello Lippi invece ha guidato l’Italia dal 2004 al 2006 e dal 2008 al 2010. Nel 2006 gli azzurri conquistano il quarto titolo mondiale vincendo ai rigori a Berlino contro la Francia dopo una partita al cardiopalma.

Roberto Donadoni è stato ct dal 2006 al 2008, tra le due gestioni di Lippi: a Euro 2008 la sua Italia arriva ai quarti, poi viene eliminata dalla Spagna ai rigori. Dal 2010 al 2014 spazio a Cesare Prandelli. Nel 2012 guida l’Italia fino alla finale dell’Europeo, poi vinto dalla Spagna. Antonio Conte è stato ct dal 2014 al 2016: a Euro 2016 c’è grande entusiasmo, ma l’Italia viene eliminata ai quarti, ai rigori, dalla Germania. Poi Gian Piero Ventura, dal 2016 al 2017. Con lui l’Italia non si qualifica ai Mondiali in Russia nel 2018: a distanza di 60 anni, gli azzurri mancano una qualificazione mondiale.

Roberto Mancini è stato commissario tecnico dell’Italia dal 2018 all’agosto del 2023. Da ricordare l’Europeo vinto l’11 luglio 2021, dopo 53 anni di attesa. Ma anche il fallimento della qualificazione mancata al secondo Mondiale di fila.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto ImagoEconomica 

 

 

 

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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