Il libro “Volare dentro cieli stellati” edito da Bertoni Editore porta la firma di Silvia Vangioni. È in vendita in tutti gli store per 15,00 euro.

Silvia Vangioni nasce a Pietrasanta in provincia di Lucca il 25 settembre del 1971. Fin da piccola ama ballare e scrivere.
Dopo gli studi per diventare segretaria nell’azienda del padre decide di dedicarsi ad altro. Frequenta un corso di formazione per barwoman e nel 1989 vince la targa di “Lady commercio” di Viareggio.

Dopo essere stata – tra i venti e i trent’anni – molto attiva nelle discoteche della sua zona, nel 2004 si sposa e nel 2005 nasce l’amore più grande della sua vita ovvero il figlio Gabriele.

“Eccomi. Ciao sono Silvia, una persona qualunque, una donna come tante che per uno strano caso della vita è diventata una guerriera per combattere la stessa vostra guerra. Da qui parte la voglia, il desiderio di condividere con voi la mia storia.
Perché io in questo racconto sono te. E te. E te. Io sono voi. Io sono con voi”.

Comincia così il primo libro scritto da Silvia che ha una storia da raccontare a tutti noi. Una storia vera, di quelle che ‘prendono’ dall’inizio alla fine. “Volare dentro cieli stellati” è un libro autentico, di vita vissuta. Un racconto verità che comincia quando – dopo una normale visita medica di controllo – Silvia, purtroppo, scopre che nel suo corpo è arrivato ‘qualcosa’ che non le farà più dormire sonni tranquilli. Il‘male’, la costringe a una lotta dura, che affronta senza paura. Ed è quello che racconta giorno dopo giorno. Come un diario di bordo, con alti e bassi.

“Una battaglia che per il momento è stata vinta. Ma la guerra continua per almeno altri cinque anni. Lo so. Ma io sono qua. Mi auguro che questo mio racconto sia un’iniezione di coraggio per tutte le persone che devono convivere con la malattia. Un consiglio? Mai perdere il coraggio e… volare dentro cieli stellati”, afferma l’autrice.

Il cancro è documentato fin dai tempi degli antichi egizi e da allora gli esseri umani hanno cercato di conoscerlo e curarlo. Dal 1600 A.C. a oggi sono cambiate moltissime cose ma ancora non è stata individuata la formula giusta per debellare per sempre il mostro.

Silvia ha dimostrato che, con un briciolo di fortuna ed una buona dose di determinazione, si può sopravvivere anche ad un tumore. Attraverso questo libro, ha scelto di raccontarsi per fermare attimi di vita, rendere l’esperienza personale patrimonio di ognuno di noi, per vincere l’inesorabile Kronos, rendendo immortale la sua esperienza attraverso il buon kairos. Perché il tempo scorre per tutti, ma tutti abbiamo la possibilità di decidere come affrontarlo e cosa condividere perché siamo fatti di storie e il loro insieme costruisce una vita.

Scoprire di avere un cancro spaventerebbe chiunque. Pensare che possa restare poco per vivere e del resto, come diceva un filosofo antico, “è la morte la più grande paura dell’uomo”: provoca, in molti, dolore, smarrimento, ansia e smania di concludere e sistemare in fretta tutte le cose, anche, alle volte, quelle non ancora iniziate. Perché tutto appare improvvisamente prossimo alla fine.

A quel punto è come se l’LP della vita non andasse più a 33 giri, ma corresse velocemente. Quello che si ha avuto fino a quel momento appare per fotogrammi, scorre tutto, come in un film, dai momenti più gioiosi a quelli meno felici. Non solo il protagonista, ma tutti i parenti vengono avvolti, forse meglio dire sconvolti, in un attimo da emozioni contrastanti. In quel turbinio si ripercorrono attimi esistenziali. Personalmente questo mostro bastardo l’ho visto divorarsi i miei nonni paterni, alcuni amici, delle parenti: perché “Lui” non fa sconti a nessuno e travolge chiunque di qualsiasi etnia o cedo sociale. Per molti miei familiari iniziarono i cosiddetti viaggi della speranza e la ricerca disperata del miglior centro specializzato per quel tipo di cancro. In alcuni casi, chemio e farmaci diventano il pane quotidiano della vittima. Per fortuna, sembra che il regista e lo sceneggiatore facciano comunque il tifo per te: così continui a sentirti vivo in modo verace nonostante tutto sembra funzionare male. Durante questo percorso (ops, film) molti hanno incontrato persone che non avrebbero mai pensato di incontrare e così che tutto assume un valore intenso e diverso. Alcuni dottori e infermieri non sono soltanto bravi professionisti, ma anche portatori di tranquillità, dispensatori di affetto. Pusher di elisir per una lunga vita. I miei nonni Cosimo e Candida mi hanno permesso di diventare una persona migliore, perché come mi dicevano loro “Dobbiamo sempre guardare quello che abbiamo e non quello che ci manca”.

A cura di Ilaria Solazzo – Foto redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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