Manca una settimana al referendum sulle trivelle e il dibattito politico si fa sempre più duro. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha fatto sapere che andrà a votare sì. Andrà a votare anche il presidente del Senato Pietro Grasso mentre è scontro aperto nel Pd.
“Il referendum – ha detto Grasso – è uno strumento popolare, democratico, costituzionale. Quindi io certamente parteciperò alla votazione”.
Matteo Renzi aveva invece definito “sacrosanta e legittima” la scelta dell’astensione, mentre il Pd sul referendum si ritrova spaccato. Ed è la minoranza a sferrare la sua offensiva al premier, sia per quanto riguarda il principio dell’astensione sia nel merito stesso del quesito: il voto, per gran parte della sinistra Pd, infatti ci sarà e sarà “Sì”.
“Andrò a votare al referendum del 17 aprile”, ha annunciato il candidato sindaco a Roma Roberto Giachetti senza dire, tuttavia, quale sarà il suo voto.
E nel giorno in cui il premier Matteo Renzi da Napoli ribadisce come “non andare a votare sia una posizione legittima. e scandisce che il “referendum si deve fare, anche se la stragrande maggioranza avrebbe preferito evitarlo”, tocca a Roberto Speranza, leader della minoranza Dem, annunciare il suo sì. “E’ un’occasione per aprire all’energia verde: abbiamo bisogno di meno fossile e più rinnovabili”, spiega l’ex capogruppo Pd, definendo “eccessive per un presidente del Consiglio” le parole usate da Matteo Renzi.