Non sempre ci si prende e non sempre si scrive con acume di verità, ma per partito preso, per un’idea personale che di notte crea instabili incubi che non fanno dormire di notte e si arriva fino all’alba con la mente offuscata. Come si sa Marco Travaglio, ma soprattutto spesso e volentieri quel che si legge sul Fatto Quotidiano, sono anticipazioni di sentenze illiberali che inducono il lettore a condannare il politico, l’amministratore pubblico o di azienda, o qualsiasi cittadino senza attendere i tre gradi giudizio. E, ancora una volta Travaglio vira su Silvio Berlusconi e sulla sentenza pilotata dai giudici, proprio quando il cavaliere governava il paese in modo democratico perchè ad eleggerlo furono le elezioni.

Allora si è alzata la voce di un collega serio, coerente, imparziale, mi riferisco a Piero Sansonetti che sul “Riformista” attacca con un duro articolo il direttore del Fatto e lancia un twitter dove non risparmia nulla: “”Io non credo che Travaglio sia in malafede. Penso che sia ciuccio. Non sa quasi niente di diritto e così scrive sciocchezze. Specie se parla di Berlusconi”.

E, Sansonetti, spiega in modo semplice il suo pensiero. Incessante, esondante, è partita la campagna contro Amedeo Franco, il giudice scomparso lo scorso anno che nell’audio diffuso nei giorni scorsi, di fatto parlava di una sentenza pilotata contro l’ex premier nel processo Mediaset, in cui fu condannato per frode fiscale. Giorno dopo giorno Marco Travaglio attacca Franco, lo delegittima, pura macchina del fango, insomma contro un magistrato che ha cambiato sensibilmente la percezione di quella condanna inflitta a Berlusconi.

Dopo il silenzio per pandemia sanitaria, si torna a riparlare delle caste della politica e della giustizia, dei magistrati e come ai tempi degli anni ottanti spesso mi rendo conto che LE COMICHE delle tredici tornano sempre di moda, soprattuto se penso che i miei maestri di giornalismo, i miei studi mi hanno sempre indotto a scrivere con senso deontologico per dare al popolo la libertà di pensiero senza dietrologie o incubi notturni.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Blasting

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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