La proposta di legge “Disposizioni per l’istituzione del salario minimo”, otto articoli in tutto per garantire un minimo legale al di sotto del quale non è più lavoro ma “sfruttamento”, è stata depositata in Parlamento e firmata da Conte, Fratoianni Richetti, Schlein, Bonelli, Magi, Evi, e da chi ha “lavorato” al testo come Maria Cecilia Guerra, l’ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando, il grillino Francesco Silvestri e altri esponenti dell’ opposizione con l’eccezione di Matteo Renzi.

L’articolo 1 stabilisce l’ambito di applicazione del progetto di legge che attua l’articolo 36 della Costituzione, in base al quale al lavoratore va riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia.

L’articolo 2 chiarisce che la retribuzione complessiva è fatta di tante voci e che centrale è, e resta, la contrattazione collettiva. Quindi al lavoratore di ogni settore economico va riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore. Quale ulteriore garanzia del riconoscimento di una “giusta” retribuzione, viene fissata una “soglia minima”, sotto la quale non si può andare, ovvero di 9 Euro lordi l’ora. L’opposizione ha ribadito che necessita tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali.

Tale proposta di legge però non riguarda solo i lavoratori subordinati, ma tutti i rapporti di lavoro che presentino necessità di tutela nell’ambito della para subordinazione e del lavoro autonomo, infatti la norma prevede che conformemente anche a quanto richiesto nella Direttiva sul salario minimo, è stata istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare il trattamento economico orario.

Il parametro europeo relativamente al salario minimo è il 60% della retribuzione “mediana”, ovvero quella ottenuta nel rapporto tra la retribuzione maggiore rispetto alla minore. La cifra di 9 Euro lorda è comunque al momento – mancano i rinnovi di molti contratti scaduti da tempo e l’inflazione è più alta come spiegato dall’Ex Sottosegretaria all’Economia, Guerra.

Nel 2024, se tale norma verrà approvata e pertanto entrata in vigore e i contratti scaduti aggiornati, i 9 Euro potrebbero essere in linea con gli altri Stati Membri.

L’incontro di oggi tra Governo e Opposizione è servito solo quale ulteriore confronto tra le parti per meglio valutare proposte e obiezioni.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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