Facciamo un passo indietro, addirittura nel 2016, quando una madre, sempre impegnata con il lavoro, dovendo provvedere da sola alla crescita della famiglia, una sera, capitandole tra le mani il cellulare della figlia 13nne, scoprendo che inoltrava foto “indiscrerete” ad un uomo più grande di lei, le diede un sonoro schiaffo.

Nel 2019, tre anni dopo, la figlia, dopo aver parlato con i Servizi Sociali, presentò denuncia del fatto, aggiungendo che la madre “abusava” di lei non sessualmente ma forzandola a fare alcuni lavori domestici, come i letti, lavare i piatti e predisporre il bucato.

Da qui la sentenza definitiva pronunciata dai Magistrati del Collegio della prima sezione penale del Tribunale di Roma: reclusione per 1 anno e 7 mesi. Ricordiamo per la cronaca che il PM interessato chiedeva una condanna esemplare di tre anni di carcere.

La pena è stata convertita in un “percorso di recupero da parte della donna”. 

Questo è uno di qui casi che potrebbero, tra non molto, rientrare nel “politicamente corretto”!

Senza togliere alcun merito alla Magistratura e al suo “pressante” lavoro, sarebbe “simpatico” poter intervistare a campione i figli di alcuni Magistrati per capire se sono genitori “perfetti” e se nel corso della loro adolescenza non li hanno almeno una volta puniti, o dato loro uno schiaffo o “obbligati” a fare i mestieri di casa!

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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