I corsi e i ricorsi della Storia: così torna di moda la politica di Robin Wood!

Depredare i ricchi per donare ai poveri e secondo una certa categoria di politicanti oggi leggono la frase in modo ambiguo: togliere ai vecchi pensionati per dare ai giovani lavoratori affermando che è l’unica soluzione per rimettere in equilibrio un sistema economico DESTINATO a “implodere”.

Un sistema voluto sia dai Politici, che dai Sindacati, che da altri funzionari pubblici per tutelare loro stessi e gli amici degli amici, per non parlare poi delle “fatiscenti” e miliardarie speculazioni immobiliari fatte da dirigenti dell’INPS e di altri Istituti! Noi, i PENSIONATI anziani le nostre pensioni ce se siamo abbondantemente guadagnate e “pagate”, non certo come quelli che oggi per tutelare loro stessi attribuiscono le carenze finanziarie ai bassi stipendi e al fatto che si fanno pochi figli!

Ci ripetono quasi quotidianamente che tra meno di 30anni cioè nel 2052, il rapporto tra ultra sessantacinquenni e 20-64enni raggiungerà il 78% contro il 54% della media Ocse, attribuendo a Noi tale problema:

Non si fanno più figli o meglio meno figli solo per una questione di costi e di soldi!

Una giovane coppia, in cui lavorano entrambi, riesce oggi a pagarsi l’affitto e al proprio mantenimento, riducendo o azzerando altre “necessità” non considerate primarie, mentre una coppia di pensionati (che ha regolarmente pagato i contributi richiesti e mal usati dalle Istituzioni), salvo complicazioni di salute, riesce a mantenersi con maggior tranquillità e spesso ad aiutare figli e nipoti!

I Soloni “dell’intelligenza economica” (quegli stessi che con la loro incapacità hanno creato tale tragedia nel Paese) pensano che l’unico modo per far ripartire l’Italia ed evitare un’implosione demografica sia necessario che le risorse economiche vengano redistribuite in maniera sana ed efficiente fra le famiglie.

Le pensioni (sotto accusa) calcolate in base al sistema retribuivo hanno determinato nel tempo una profonda spaccatura fra chi vive di rendita (vedi politici, ministri, presidenti di organizzazioni pubbliche ecc ecc) e chi vive di lavoro. Già nel 1995, durante il Governo Dini, emerse il problema ma ben poco si fece. Non a caso il Presidente attuale del CNEL, Renato Brunetta, ha dichiarato: “Aver concesso per decenni pensioni non sostenute da un corrispondente gettito contributivo sta alla radice, non solo del disavanzo pensionistico, ma anche di gran parte del debito pubblico”.

L’Ocse prende così lo spunto per pontificare i fatti e affermare che l’Italia è stata particolarmente generosa con i suoi pensionati, al punto che la sua spesa pensionistica non ha pari all’interno dell’area Ocse, ovvero sommando spesa pubblica e privata si raggiunge il 17% del Pil, quasi il doppio della media, che è al 9,2%.

E così emerge che per fronteggiare tale “problema” sarà sempre più necessario impedire ai giovani lavoratori di andare in pensione o meglio di andarci non prima di aver lavorato 50 anni. Insomma per semplificare si sceglie la strategia del “di male in peggio” riaffermando che è tutta una questione di soldi, alla fine, e di potere economico che è stato dirottato sugli anziani a scapito dei giovani.

Vergognatevi di voi stessi e della vostra assoluta incapacità e indifferenza nell’affrontare questa delicata situazione!

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui