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Èil giorno dell’ultimo saluto al piccolo Rayan, il bambino di cinque anni morto in fondo a un pozzo profondo 32 metri in Marocco.

È il giorno della commozione, dopo quattro passati a sperare e pregare.

Era lo scorso martedì 1 febbraio quando il piccolo è caduto nel pozzo del villaggio di Ighrane. Da allora gli occhi di tutti sono stati puntati su quel pezzo di mondo. Il Marocco ha seguito con il fiato sospeso le lunghe dirette video che trasmettevano il lavoro dei soccorritori, durante le oltre cento ore passate da Rayan in fondo al pozzo.

Per quattro giorni i soccorritori hanno lavorato senza sosta, prima con scavatrici e poi anche a mano, per tentare di salvarlo. Nel foro sono stati calati ossigeno e acqua, ma non è chiaro se il bambino li abbia usati. Il suo corpo è stato finalmente estratto alla fine della giornata di sabato: dopo averlo recuperato, l’ambulanza lo ha portato all’ospedale militare di Rabat, ma è morto per le ferite riportate durante la caduta.

Oggi centinaia di persone in lutto hanno scalato la strada collinare e sterrata che porta al cimitero di Ighrane, a sei chilometri dal luogo dell’incidente, vicino a Chefchaouen, nel nord del Marocco, dove hanno aspettato ore per i rituali funebri musulmani.

“Ho più di 50 anni e non ho mai visto così tante persone ad un funerale. Rayan è il figlio di tutti noi”, ha detto un abitante del villaggio.

A cura di Stefano Severini – Foto Getty Image

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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