“Sono Gino Pollicardo e con il mio collega Filippo Calcagno oggi 4 marzo 2016 siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente, ma psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia”. E’ quanto si legge sulla pagina Facebook dell’organo di stampa libico Sabratha Media Center, insieme a una foto che ritrae i due dipendenti italiani della Bonatti, rapiti nel luglio scorso in Libia e ora liberati.
Fausto Piano e Salvatore Failla, gli altri due tecnici della Bonatti rapiti insieme a Calcagno e Pollicardo, purtroppo invece non ce l’hanno fatta. Ieri mattina era arivata la notizia del ritrovamento dei loro corpi senza vita. Secondo indiscrezioni, potrebbero essere rimasti uccisi in uno scontro a fuoco a sud di Sabrata tra Isis e forze libiche, verificatosi l’altro ieri.
La trattativa con un gruppo tribale islamista per il rilascio degli ostaggi è durata molto a lungo e purtroppo si sarebbe rivelata infruttuosa; le cose hanno subito un brusco cambiamento quando il 19 febbraio è iniziato il raid Usa contro militanti tunisini Isis su Sabrata, scatenando il caos ed una serie di rappresaglie nell’area: i quattro ostaggi italiani potrebbero essere passati di mano e finiti ad un gruppo più radicale, oppure i sequestratori non si sentivano più sicuri ed hanno cercato di spostarsi, ma sono stati bloccati e uccisi.
Secondo voci raccolte dai media in Libia una parte del riscatto chiesto per i nostri connazionali era già stata pagata.