AVEZZANO CENTRO DI ACCOGLIENZA E SMISTAMENTO PROFUGHI AFGHANI AFGHANISTAN CRI CROCE ROSSA ITALIANA

Marcia dopo Marcia, la PerugiaAssisi e’ diventata simbolo dell’impegno fattivo dell’umanita’ per la pace, la dignita’ e l’uguaglianza, la solidarieta’, i diritti umani, la liberta, la giustizia, la democrazia, la fraternita’. Nel 2021 la Marcia PerugiaAssisi compie 60 anni. Una lunga storia di pace, anzi d’impegno per la pace e i diritti umani. Una storia fatta di centinaia di migliaia di donne e uomini di tante generazioni e di ogni eta’. Pace, diritti umani, uguaglianza, democrazia, dignita’ sono sotto attacco in tante parti del mondo.

La negazione di questi valori universali ha creato due guerre mondiali, lo scoppio della bomba atomica e settanta milioni di morti , questi valori hanno spinto molte persone a scriverle nelle Carte fondamentali dell’umanità, e ad impegnarsi per darci una vita migliore. Dal 1961 centinaia di migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo hanno marciato da Perugia ad Assisi per promuovere il rispetto di questi valori e dopo 60 anni e’ finalmente stata avviata la campagna affinchè essa venga riconosciuta come patrimonio dell’umanità.

Ripensata in tempo di covid per far sentire ancora di più quanto i legami tra gli uomini debbano essere ripensati nei termini di fratellanza e rispetto, e del prendersi cura l’uno dell’altro.
Saper pensare e fare la pace attraverso la costruzione di relazioni nuove significa prendere consapevolezza che non viviamo soli e che esistono anche gli altri. Questo il pensiero di fondo della marcia PerugiaAssisi: servono “relazioni nuove”, un “tessuto nuovo” da costruire sulla base della fraternità, e servono oggi, più che mai, persone che vogliano impegnarsi in tal senso.

Troppi i Paesi del mondo che reclamano la pace, troppe le famiglie in difficolta’, troppi i popoli che non l’hanno mai conosciuta.
Questa la sfida del mondo di oggi che deve risuonare nel cuore e nella testa di tutti noi, perche’ abbiamo bisogno della pace, perchè stiamo rischiando di perderla quella pace, e in tante aree del mondo è venuta a mancare. Penso alle persone che stanno sotto le bombe in Siria, in Libia, nello Yemen o in Africa, penso alle grandi violazioni dei diritti umani, ma anche e soprattutto alle
persone che stanno cercando di avere un presente e un futuro.

Ci sono famiglie, anche in Italia, che oggi vivono nell’incertezza della crisi economica, della perdita di posti di lavoro. Bisogna riallacciare questo filo: noi tutti siamo un filo e stiamo bene quando il filo della nostra vita è legato ai tanti fili degli altri, perchè tutti abbiamo bisogno degli altri. Prendersi cura, farlo contro la globalizzazione dell’indifferenza: questa l’unica strada che abbiamo!
MI pare significativo che quest’anno la marcia della pace sia dedicata all’Afghanistan perchè “ oggi e’ evidente a tutti che 20 anni di guerra non sono serviti a niente “.
Ad affermarlo sono Flavio Lotti e Marco Mascia del centro diritti umani Antonio Papisca dell’Universita’ di Padova.
“L’unica missione di pace, degna di questo nome, è la missione di chi si prende cura delle vittime della miseria e della guerra, dell’oppressione e dello sfruttamento”!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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