Sarà il mio prossimo editoriale per Cesenalè in occasione della partita contro la Fermana, ma ve lo consegno ora perchè calza a pennello dopo la sconfitta odierna che premia una grande squadra il Padova. Non importa se lo leggerete due volte o nemmeno una!

Sul tavolo del Cesena Fc sono passate poche migliaia di euro per costruire una formazione di vertice. I motivi sono molteplici. Il primo, gli amici sponsor, quelli più quotati del territorio con la pandemia in corso, hanno dovuto tirare i remi in barca, gettando lo sguardo scrupoloso sui propri bilanci.
Il secondo, il calcio sotto la Basilica del Monte Garampo, non affascina più come ai tempi dominati da Dino Manuzzi e Edmeo Lugaresi e gli introiti pubblicitari che arrivavano pure da lontano sono del tutto spariti.
Ma, in fondo al “campo”, dove terminano le azioni di gioco, esiste un altro principio attivo che spinge la moralità a far pensare in modo crudo, che senza il pubblico, anche Cesena sportiva si sta piano piano allontanando dal fascino del cavalluccio e che non sarà facile, passato il covid, riavere 11.000 abbonati. Non sarà facile, dunque, per questa nuova società, avere un braccio operativo capace di interagire con il comprensorio che ha sempre amato la propria squadra.
In tempi di magra, senza risultati importanti e con un settore giovanile frantumato viene veramente difficile pensare che i colori bianconeri avranno energia e risorse finanziarie per un accrescimento. Non so, perchè, spero di sbagliarmi, ma vedo i dirigenti sfiduciati.
Veniamo al campionato, al calcio di frontiera e prendiamocela anche comoda, non c’è molto da raccontare se penso al Padova che ha brindato all’Orogel stadium a suon di gol, umiliando i giovani di Viali. Forse nessuno dei difensori di casa si era accorco che Mandorlini in formazione aveva messo Ronaldo… Un lusso di omonimia che in serie C solo una società si può permettere e che incide per essere asintomatici per poi divenire la capolista del campionato, magari fino al termine della stagione.
Dopo questa ennesima sconfitta interna il Cesena Fc, ha bisogno di un vaccino, almeno di quello contro l’influenza di stagione.
E, se lo deve iniettare in fretta, perchè domenica prossima contro la Fermana, i muscoli devono tornate tonici per non dire d’acciaio.
Il progetto Viali insieme al suo Ds, inizia a scricchiolare e fare la fine delle caldearroste ci vuole molto poco nel calcio.
Già l’anno scorso in questo periodo la società iniziò a dubitare di Modesto, ho la vaga sensazione che dentro la stanza dei bottoni bianconeri non mancano i mogugni!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Padova gol

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

2 Commenti

  1. Certamente il Cesena non si merita di avere un squadra di calcio come questa.
    Ripiangiamo i tempi migliori, quando il Cesena Calcio faceva faville davanti alle grandi, altri tempi.
    Erano i tempi di una dirigenza più compatta, una dirigenza che aveva voglia insieme agli sponsor di mettere fuori i soldi per realizzare una squadra che combatteva sul campo di gioco e che diede ai suoi tifosi di allora la gioia di vedere una squadra di provincia, nei livelli alti della classifica.
    Non so dove arriverà la squadra, ma i tempi andati e cioè i migliori sono finiti.
    A questo punto la sentenza e inesorabile, la dirigenza e chi a preso la squadra a una responsabilità, quella di salvare una società di calcio, da un fallimento precedente.
    È in grado di farlo!! Come si stanno mettendo le cose, sembra proprio di no.

  2. Si vince, esaltazione generale.
    Si perde, tragedia.
    Si prevale con quelle più deboli (e ce ne sono), si soccombe con le più forti (il Padova punta alla B diretta, noi no, puntiamo a far giocare i giovani).
    Ancora oggi, il Cesena “quello fallito”, darebbe 3 goal a questo.
    Non possiamo confronarci con quello, o almeno se uno vuole, tiri fuori vari milioncini di tasca sua e poi vediamo cosa combina.
    Che a dire che “dobbiamo” essere grandi solo per il passato, non serve a niente.
    Oggi serve tanto denaro per fare calcio, non si scappa, l’oculata gestione sufficiente per sopravvivere ad alto livello negli anni 70 nel 2020 non basta più , e non solo… bisogna anche essere bravi e competenti per gestire bene il patrimonio della società e non affogare nei debiti.
    Ma pazienza, che in alto ci arriveremo ancora. C’è qualcuno che ha fretta?
    Siamo partiti da Castelfidardo, eh? Siamo partiti dal Martorano, eh?
    Ci sono altre squadre “blasonate” stanno facendo la muffa in C, non è facile. E non è facile subito.

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