Il Presidente turco, Tayyip Erdogan, nel suo discorso al Parlamento, ha dichiarato: ““Israele commette crimini contro l’umanità a Gaza”. Parole fanno discutere e aprono uno squarcio tra gli Stati impegnati nel difficile e complicato “progetto” diplomatico finalizzato a mettere pace tra Israele e i Palestinesi a seguito del tragico attacco del 7 ottobre e alle “vili” e “deprecabili” frasi pronunciate dal Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, al Consiglio di Sicurezza.
Erdogan ha aggiunto: “Circa la metà di coloro che sono stati uccisi negli attacchi israeliani su Gaza sono bambini, persino questo dato dimostra che l’obiettivo è un’atrocità, per commettere crimini contro l’umanità premeditati. Nessun problema con lo Stato di Israele ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse e il suo modo di agire, simile a un’organizzazione più che uno Stato. La scorsa notte sono morte oltre 600 persone in poche ore. Mancano beni alimentari, medicinali, carburante. Il disastro umanitario è già cominciato.” Parole confermate dalla Presidenza di Ankara.
Erdogan ha inoltre annunciato di aver deciso di cancellare la visita prevista in Israele e in un colloquio telefonico con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin ha affermato: “Il silenzio dei paesi occidentali ha portato la crisi umanitaria a Gaza a livelli incontrollabili”, riconfermando i suoi sforzi nel tentativo di riportare pace tra Israeliani e Palestinesi in quanto tale “evento drammatico” ha cambiato per sempre i già fragili equilibri del Medio Oriente.
Il Leader del Partito Islamico, Ali Khamenei, ha evidenziato che nel mondo arabo molti sono scesi nelle strade e nelle piazze, da Istanbul ad Ankara, da Teheran a Rabat, fino all’Indonesia. Gli Arabi, sunniti e sciiti, sono col popolo palestinese e con Hamas, i cui Leader sono esuli in Qatar. I suoi militanti sono dei “liberatori” che combattono per la loro terra e “non dei terroristi“.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica